Un primo passo verso l’uscita dall’emergenza
| Salute
Con l’abolizione dell’obbligatorietà delle mascherine all’aperto ci si avvia verso la fine dello stato d’emergenza, sperando nel buonsenso di tutti per evitare una proroga che metterebbe a dura prova dal punto di vista del diritto.
Un primo passo verso l’uscita dall’emergenza
Con l’abolizione dell’obbligatorietà delle mascherine all’aperto ci si avvia verso la fine dello stato d’emergenza, sperando nel buonsenso di tutti per evitare una proroga che metterebbe a dura prova dal punto di vista del diritto.
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Un primo passo verso l’uscita dall’emergenza
Con l’abolizione dell’obbligatorietà delle mascherine all’aperto ci si avvia verso la fine dello stato d’emergenza, sperando nel buonsenso di tutti per evitare una proroga che metterebbe a dura prova dal punto di vista del diritto.
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Il passo relativo alle mascherine, la cui obbligatorietà all’aperto si avvia verso la fine, ha un significato che supera il semplice smascheramento. Ricordando che quel che non è obbligatorio è comunque consigliato. All’aperto da soli si respirerà liberamente, dove c’è affollamento sarà bene non mollare la prudenza.
Ma la cosa ha una valenza più vasta. I due anni, quale durata massima dello stato d’emergenza prevista dalla legge che regola la Protezione civile, erano scaduti alla fine dello scorso dicembre.
S’è dovuto provvedere, avendo ancora a che fare con un picco di contagi, non più per via amministrativa ma legislativa. Allora, per non forzare troppo la norma, perdurante l’emergenza, si scelse un periodo non di sei ma di tre mesi. Se a fine marzo dovessimo essere costretti a una proroga non solo sarebbe una brutta cosa sul fronte del virus ma anche su quello della certezza del diritto. Certo, lo abbiamo imparato ed è principio millenario: la realtà s’impone. Ma meglio evitarlo, se possibile.
Decidere di togliere l’obbligo delle mascherine, quindi, deve essere letto come un passo che segue già correzioni, un po’ confuse, nella riduzione delle quarantene ad altre precauzioni. Bene così.
Diciamolo subito: l’appuntamento non è fissato solo al prossimo autunno, quando sarà scontato veder risalire i contagi, sperando che i vaccini difendano ancora dalle conseguenze: è fissato prima – all’estate – e se tutto restasse sotto l’emergenza, senza picchi, allora potremmo dire che si vede l’uscita.
di Sofia Cifarelli
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Tag: covid19
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