No social media, no stress
Una nuova ricerca pubblicata sulla rivista “Cyberpsychology, Behavior and Social Networking” ha dimostrato come una pausa dai social di una sola settimana aiuti a contrastare ansia e depressione. Ma il problema forse è un altro.
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No social media, no stress
Una nuova ricerca pubblicata sulla rivista “Cyberpsychology, Behavior and Social Networking” ha dimostrato come una pausa dai social di una sola settimana aiuti a contrastare ansia e depressione. Ma il problema forse è un altro.
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Una nuova ricerca pubblicata sulla rivista “Cyberpsychology, Behavior and Social Networking” ha dimostrato come una pausa dai social di una sola settimana aiuti a contrastare ansia e depressione. Ma il problema forse è un altro.
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Una nuova ricerca pubblicata sulla rivista “Cyberpsychology, Behavior and Social Networking” ha dimostrato come una pausa dai social di una sola settimana aiuti a contrastare ansia e depressione. Ma il problema forse è un altro.
Dice la scienza: chi utilizza tanto i social media (SM) può andare incontro a depressione e a un peggior stato di salute mentale.
Secondo una nuova ricerca pubblicata sulla rivista “Cyberpsychology, Behavior and Social Networking” una pausa di una settimana dalle piattaforme di social media come TikTok può migliorare il benessere e ridurre i sintomi di depressione e ansia. Alcuni studi precedenti avevano già dimostrato che i partecipanti migliorano il loro benessere e riducono i livelli di depressione dopo una pausa.
In questo studio condotto da ricercatori inglesi sono stati reclutati 154 soggetti di età media pari a 29,6 anni, utilizzatori abituali (diverse ore al giorno) di Facebook, Twitter, TikTok e Instagram. Per poter partecipare allo studio dovevi dichiarare di essere disposto ad abbandonare i SM per una settimana. Mica paglia, starete pensando. La verifica del non utilizzo è avvenuta attraverso app come ScreenTime e ActionDash. I risultati indicano che il gruppo di intervento ha mostrato un miglioramento generale dei punteggi di benessere rispetto ai controlli. Inoltre, il gruppo di intervento ha mostrato riduzioni significative dei punteggi di depressione e ansia.
I SM hanno rivoluzionato il modo in cui comunichiamo tra noi, consentendo agli utenti di interagire con amici e familiari e di incontrare altre persone sulla base di interessi comuni, creando profili pubblici virtuali. Nel Regno Unito il numero di adulti che utilizzano i SM è aumentato dal 45% nel 2011 al 71% nel 2021.
Il sentirsi “giù” e la perdita di piacere nelle cose sono caratteristiche fondamentali della depressione, mentre l’ansia è caratterizzata da una preoccupazione eccessiva e fuori controllo. Sintomi come irritabilità, irrequietezza, problemi di sonno e scarsa concentrazione accompagnano spesso depressione e ansia. La psicologia ci spiega perché esiste questa correlazione tra malessere e SM: le motivazioni per il loro utilizzo (cioè le gratificazioni che guidano l’impegno iniziale), i pregiudizi (a quali informazioni prestiamo attenzione), le conseguenze e i cicli di feedback (ciò che riceviamo come risultato dei nostri input) e la modalità di impegno alimentano pensieri, emozioni e comportamenti che portano a risultati psicologici positivi o negativi.
Questo modello fornisce una lente utile per capire come l’uso dei SM possa determinare risultati psicologici negativi. Ma non risolve il problema principale: chiedersi perché l’essere umano è così imbecille.
di Daniel Bulla
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Tag: Evidenza, social media
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