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Tempo scaduto: che il diritto all’oblio oncologico diventi legge

Il dramma di quegli italiani guariti dal cancro ma malati a vita per la burocrazia. Sul tavolo una legge per allineare l’Italia agli altri Paesi europei.
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Tempo scaduto: che il diritto all’oblio oncologico diventi legge

Il dramma di quegli italiani guariti dal cancro ma malati a vita per la burocrazia. Sul tavolo una legge per allineare l’Italia agli altri Paesi europei.
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Tempo scaduto: che il diritto all’oblio oncologico diventi legge

Il dramma di quegli italiani guariti dal cancro ma malati a vita per la burocrazia. Sul tavolo una legge per allineare l’Italia agli altri Paesi europei.
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Il dramma di quegli italiani guariti dal cancro ma malati a vita per la burocrazia. Sul tavolo una legge per allineare l’Italia agli altri Paesi europei.
Fermentano e sono sempre di più le associazioni che chiedono l’affermarsi del diritto all’oblio oncologico, e di conformare così anche l’Italia agli altri paesi europei in cui questo diritto è già legge come: Francia, Portogallo, Lussemburgo, Paesi Bassi e Belgio. Grazie a questa legge, infatti, chi è guarito dal cancro potrà stipulare contratti per un mutuo, un prestito, un’assicurazione sulla vita o per l’adozione di un minore, dopo che siano trascorsi dieci anni dalla guarigione per gli adulti e cinque anni per gli under 21. In Italia, oggi, si viene considerati malati a vita. Nel novembre 2021 la Rete Oncologica Pazienti Italia (Ropi) ha portato all’attenzione politica, tramite una proposta di legge,  il dramma di milioni di italiani guariti dal cancro ma stigmatizzati e discriminati a livello legislativo. In Italia sono 3,6 milioni le persone che hanno avuto una diagnosi di cancro, di queste circa 1 milione è guarita. Tuttavia a loro è vietata la possibilità di accedere ai diritti citati precedentemente. Grazie alla nuova norma, alle persone verrebbe garantito il diritto a non dover dichiarare informazioni sulla malattia pregressa e ad accedere così, banalmente, alla richiesta di un mutuo. Del diritto all’oblio oncologico si parla ormai da anni, soprattutto da quando le cure più all’avanguardia hanno permesso di aumentare le probabilità di sopravvivenza anche in quei tumori un tempo incurabili. Quando poi un tumore colpisce personaggi conosciuti come Carolina Marconi o Laura Boldrini il tema è ancora più sotto ai riflettori. La fondazione AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica) è nata nel 2005 con lo scopo di avvicinare il mondo dell’oncologia ai pazienti e ai loro familiari, e si è contraddistinta in questi mesi per il lavoro di informazione chiedendo un reale cambiamento politico, tramite  la campagna “Io non sono il mio tumore”, e avviando una  raccolta firme ancora attiva. Ora le voci e le tante richieste sono state ascoltate, perché il disegno di legge è stato presentato in Senato da Paola Boldrini, vicepresidente della commissione Sanità, che ha dichiarato “Ci auguriamo che l’Italia si possa dotare di questa legge al più presto visto il sostegno del ministero della Salute e considerando che il Parlamento europeo ha appena chiesto alla Commissione di adottare un provvedimento perché gli Stati legiferino in materia entro il 2025”. L’esame è stato affidato alle commissioni Affari costituzionali e Giustizia e ora si attende che si possa procedere in sede deliberante.  Ce lo auguriamo tutti perché di tempo ne è già passato troppo ed è già tanto anche quello d’attesa una volta guariti, non possiamo sprecarne ancora. di Claudia Burgio

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