60 anni senza Sam Cooke
L’11 dicembre 1964 muore a Los Angeles il maggior cantautore R&B di quel momento: Sam Cooke. Ma cosa sia accaduto davvero nessuno può dirlo con certezza
60 anni senza Sam Cooke
L’11 dicembre 1964 muore a Los Angeles il maggior cantautore R&B di quel momento: Sam Cooke. Ma cosa sia accaduto davvero nessuno può dirlo con certezza
60 anni senza Sam Cooke
L’11 dicembre 1964 muore a Los Angeles il maggior cantautore R&B di quel momento: Sam Cooke. Ma cosa sia accaduto davvero nessuno può dirlo con certezza
L’11 dicembre 1964 muore a Los Angeles il maggior cantautore R&B di quel momento: Sam Cooke. Ma cosa sia accaduto davvero nessuno può dirlo con certezza
È la notte dell’11 dicembre 1964 a Los Angeles. Cosa sia accaduto davvero nessuno può dirlo con certezza. Sicuro è che Sam Cooke, il maggior cantautore R&B in quel momento, all’apice della sua folgorante carriera, non aprirà più gli occhi su un nuovo mattino. Era appena trentatreenne. Il locale Martoni’s, forse una tappa al PJ’s, poi lungo Figueroa Street all’Hacienda Motel, un albergo da miseri tre dollari a notte. In questa storia oscura aleggiano le figure inquietanti di Elisa Boyer e Bertha Franklin, padrona dell’alloggio, che ha sparato al cuore di Cooke. Alcuni particolari non tornano nei racconti delle due donne. Moltissime le incongruenze. Preciso è il commento a caldo di Muhammad Ali, grande amico di Sam: «Se fosse stato Frank Sinatra, i Beatles o Ricky Nelson, l’Fbi avrebbe indagato». E invece tutto è stato sbrigativamente risolto in un’improbabile legittima difesa di Franklin che ha colpito il cantautore di Clarksdale perché temeva per la sua vita. Inutile ricordare che Sam era un uomo gentilissimo, per nulla violento, un uomo che difficilmente sarebbe stato attirato in quella stamberga se non attraverso una qualche trappola. Un uomo che probabilmente quella sera era stato derubato. Dopo sessant’anni è arrivato il momento di conoscere la verità: è ora che il caso sia riaperto, magari grazie a un’indagine più approfondita narrata in un biopic affidabile, come ha suggerito la giornalista Ellen Jones sul “Guardian” qualche tempo fa.
Nell’attesa ci consoliamo con i suoi ritmi ancora attualissimi. Sulla pagina Instagram di Cooke, gestita dai detentori dei diritti (in particolare la nipote Nicole Cooke-Johnson), è stata annunciata l’uscita di una special edition di “A Change Is Gonna Come” in un vinile white iridescent: «Celebrata come una delle più grandi canzoni di tutti i tempi dalla rivista “Rolling Stone” – è scritto in un post di fine novembre – l’iconico inno per i diritti civili di Sam Cooke “A Change Is Gonna Come” festeggia il suo anniversario di diamante nel 2024. Il pezzo è stato infatti registrato nel gennaio 1964 e incluso nell’album in studio “Ain’t That Good News”. Il singolo non arrivò fino a due settimane dopo la morte di Cooke nel dicembre 1964, quando fu pubblicato come lato b di “Shake”, poi entrato nella Top 10 di “Billboard”».
“A Change Is Gonna Come” è una canzone semplicemente leggendaria: sorta sulla linea di protest songs come “Blowin’ in the Wind” (che Cooke amava moltissimo), con una parte strumentale solennemente cinematografica, presenta un attacco vocale indimenticabile: «I was born by the river…». L’energia, la sicurezza e il raschio timbrico messi in campo da Cooke racchiudono decenni e decenni di sofferenze, soprusi e senso di riscatto. Tutta la vicenda della liberazione degli afroamericani sembra passare in quell’incipit straordinario. E veramente Sam era nato nei pressi di un fiume: nel Delta del Mississippi, dov’è sbocciato il blues, uno dei simboli culturali più forti degli Stati Uniti d’America.
Carissimo Sam, grazie della tua musica, ti vogliamo bene… Resta giovane per sempre.
di Alberto Fraccacreta
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- Tag: musica
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