“Biancaneve”, da oggi al cinema tra le polemiche. La recensione
Oggi esce nelle sale italiane “Biancaneve”, la rivisitazione in chiave live-action diretta da Marc Webb della fiaba Disney. Ecco cosa ne pensiamo
“Biancaneve”, da oggi al cinema tra le polemiche. La recensione
Oggi esce nelle sale italiane “Biancaneve”, la rivisitazione in chiave live-action diretta da Marc Webb della fiaba Disney. Ecco cosa ne pensiamo
“Biancaneve”, da oggi al cinema tra le polemiche. La recensione
Oggi esce nelle sale italiane “Biancaneve”, la rivisitazione in chiave live-action diretta da Marc Webb della fiaba Disney. Ecco cosa ne pensiamo
Oggi esce nelle sale italiane “Biancaneve”, la rivisitazione in chiave live-action diretta da Marc Webb della fiaba Disney. Ecco cosa ne pensiamo
Quando si pensa al cinema d’animazione chiunque vi indicherà tra i momenti più fondanti il 21 dicembre 1937. È la data della prima proiezione di “Biancaneve e i sette nani”, primo lungometraggio d’animazione tradizionale nonché primo classico targato Walt Disney. Una perla di tecnica e creatività, una vera rivoluzione che seppe toccare il cuore di milioni di bambini poi diventati adulti e dei loro figli, fino a entrare nell’immaginario comune di tutto il mondo.

Oggi esce nelle sale italiane “Biancaneve”, la rivisitazione in chiave live-action diretta da Marc Webb di quella fiaba Disney, una delle colonne portanti del mondo dei sogni di Walt. Andare a toccare un’opera che condensa così tanti archetipi portava già di per sé delle insidie, ma raramente si è visto un film così tanto criticato prima ancora di uscire nelle sale. Galeotta fu in primis la scelta della protagonista, Rachel Zegler. Di origini colombiane – e quindi per molti non adatta a interpretare la principessa dalla pelle «bianca come il latte» – l’attrice ha poi contribuito alle controversie definendo il film originale «sessista» e il principe «uno stalker».
Puoi anche pensarlo, ma concorderete che non sia il modo migliore (né il più furbo) per approcciarsi a un personaggio e al suo pubblico che, guarda un po’, non ha apprezzato per niente. Se a questo si aggiungono le polemiche sugli abiti delle protagoniste; le recenti voci di tensioni politiche tra la Zegler (sostenitrice della causa palestinese) e Gal Gadot (che nel film interpreta la regina ed è israeliana); i ritardi di produzione; i cambi di sceneggiatori (che pare abbiano fatto lievitare i costi del film a quasi 250 milioni di dollari) e la scelta di ricreare con la tecnologia digitale Cgi i sette nani, non stupisce che l’anteprima mondiale sia stata mantenuta su un profilo decisamente più basso del solito: niente tappeto rosso né pubblico né giornalisti. Della serie: dopo tutte le chiacchiere, parli il film quando sarà il momento.
E il momento è arrivato: com’è “Biancaneve”? Bastino alcuni spunti, perché possiate farvi un’idea senza troppi spoiler. Com’era già stato abbondantemente anticipato, la trama è stata in buona parte stravolta, con diverse aggiunte e variazioni, trasformando la prima principessa Disney in un’eroina rivoluzionaria, una leader in potenza in cerca del proprio compimento. Persino l’origine del nome è scardinata e ripensata. Queste scelte sicuramente divideranno (molti si chiederanno che fine abbia fatto la fanciulla indifesa del cartone animato) ma non sono tra i problemi del film, che procede dritto e coerente con le sue premesse mettendo in scena una storia corale dove serve e colorata al punto giusto.
Per la prima volta da anni le canzoni addizionali funzionano davvero, affidate non a caso al team di Benj Pasek e Justin Paul, vincitori del cosiddetto Egot (dalle iniziali dei più prestigiosi premi del mondo dello spettacolo e cioè Emmy, Grammy, Oscar e Tony), con testi aggiuntivi di Jack Feldman e musiche di Frank Churchill. Visivamente, il risultato è altalenante per via di alcuni momenti opachi e alcune ambientazioni un po’ piatte che purtroppo incidono, con il film che non rende completamente quanto avrebbe potuto. Discorso diverso per gli allegri animaletti, qui di taglio volutamente cartoonesco, che arricchiscono le scene e rimangono molto fedeli al classico d’animazione.
E i nani? La Cgi disturba, è innegabile. Anche se, superati i primi momenti, tutto sommato ci si abitua. «Someday My Prince Will Come» cantava Biancaneve un tempo. Qui no. Il principe semplicemente non c’è, rimpiazzato da una versione 2.0 di Robin Hood: ladro per necessità, tutto tranne che di nobili origini, con tanto di ribelli appresso pressoché inutili. E la protagonista? Ci prova a calarsi nella parte, a tratti ci riesce, ma decisamente meno bene nei momenti più drammatici. Insomma, non convince del tutto. Sbavature che risaltano ancor di più se paragonate alla performance di Gal Gadot, malvagia, folle e altera al punto giusto.
“Biancaneve” è un film destinato a dividere e difficilmente metterà tutti d’accordo. Da un lato le nuove generazioni potrebbero apprezzare la rilettura moderna della storia, con una protagonista più indipendente e una narrazione meno ancorata ai canoni del passato. Dall’altro non ci stupirebbe se i fan più legati all’originale facessero fatica ad accettare alcuni cambiamenti, soprattutto l’assenza del principe e la trasformazione del racconto in una sorta di avventura corale. Tuttavia non mancano momenti in cui il film si sovrappone quasi completamente al classico animato, richiamandone l’estetica e l’atmosfera.
di Federico Arduini
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Tag: Cinema, spettacoli
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