Cecchi Paone dopo la bufera a Uno Mattina: “Quella domanda andava posta diversamente”
In esclusiva a La Ragione parla per la prima volta Alessandro Cecchi Paone, ospite in studio durante la trasmissione “Uno Mattina in Famiglia” durante la quale è stata posta la domanda: “Come si riconosce un gay?”. Le scuse della RAI, il PD ne discuterà in Vigilanza
Cecchi Paone dopo la bufera a Uno Mattina: “Quella domanda andava posta diversamente”
In esclusiva a La Ragione parla per la prima volta Alessandro Cecchi Paone, ospite in studio durante la trasmissione “Uno Mattina in Famiglia” durante la quale è stata posta la domanda: “Come si riconosce un gay?”. Le scuse della RAI, il PD ne discuterà in Vigilanza
Cecchi Paone dopo la bufera a Uno Mattina: “Quella domanda andava posta diversamente”
In esclusiva a La Ragione parla per la prima volta Alessandro Cecchi Paone, ospite in studio durante la trasmissione “Uno Mattina in Famiglia” durante la quale è stata posta la domanda: “Come si riconosce un gay?”. Le scuse della RAI, il PD ne discuterà in Vigilanza
Ai microfoni de La Ragione, intercettato in occasione degli Stati Generali sul Turismo LGBTQ+ che si sono tenuti stamane a Milano, Alessandro Cecchi Paone è stato chiaro commentando il tono della domanda “Come si riconosce un gay”, posta durante la trasmissione in onda su RAI Uno “Uno Mattina in famiglia” in cui era uno dei due ospiti (la RAI si è immediatamente scusata per l’accaduto, il PD ha parlato di “clichè involutivi da discutere in Vigilanza”): “Certamente sì, è una domanda che si può fare ma non in questi termini ovviamente. Si sarebbe dovuta porre su un piano più rispettoso e logico. Per esempio: c’è un legame tra la sensibilità sessuale e il tipo di lavoro? No, dico io perché come ho più volte ricordato è pieno di gay che fanno i soldati, i camionisti, muratori e pizzaioli così come è pieno di lesbiche che sono donne raffinatissime. Nessuno potrebbe pensare che i primi sono gay né che le seconde sono lesbiche. La verità è che non si può riconoscere un gay se un gay non vuole essere riconosciuto. L’unica cosa che non è discutibile è l’identità di genere: maschio, femmina, trans, ma l’orientamento sessuale – che tra l’altro può cambiare come io dimostro – può essere tranquillamente invisibile. quindi non ci può essere nessun collegamento tra orientamento sessuale e tipo di lavoro”.
Mentre esiste davvero una differenza tra turismo omosessuale ed etero?
“Sono 10 anni che conduco questi eventi a Milano e altre importanti capitali europee. Chiunque conosca il mercato sa che il settore dedicato al turismo LGBTQ+ è molto vivace e in crescita perché è un tipo di turismo che viaggia e spende di più e, di conseguenza, fa guadagnare gli operatori. Dieci anni fa l’Italia non si è resa conto che rinunziava a un sacco di soldi, soldi che invece venivano già intercettati ampiamente dalla Grecia, pensiamo a Mykonos, dalla Spagna con Barcellona e Ibiza o le Canarie, così come dalla Croazia. Molti stati americani hanno investito sul turismo omosessuale, come alcune compagnie aeree o navi da crociera. L’Italia, ora, anche grazie al sostegno dell’Unione europea si sta mettendo in pari. E’ uno di quei casi meravigliosi in cui i diritti umani e sociali si sposano con gli interessi egoistici degli imprenditori”.
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