Cortellesi, il cinema dei quattrini
Cortellesi, il cinema dei quattrini
Cortellesi, il cinema dei quattrini
Il fatto che il Ministero della Cultura abbia negato alla regista Cortellesi i contributi per la realizzazione del suo film, che sta sbancando forte di un grande successo, non denota poca preveggenza ma l’inutilità di quei contributi. Non è che al Ministero debbano indovinare chi avrà successo e chi no. E del resto, sarebbe singolare che si scegliesse di aiutare chi avrà grandi incassi e si rifiuti un contributo a chi non avrà uno spettatore. Il fatto è che quei soldi – del contribuente – dovrebbero andare a opere che hanno un particolare valore culturale e la probabilità che l’apposita Commissione azzecchi il valore culturale di un’opera da realizzarsi (ma anche di una realizzata) è anche più bassa di quella che riesca ad azzeccare chi avrà le file al cinema.
Una cosa è avere norme fiscali che favoriscano lo sviluppo di un determinato settore, stando attenti a non far pagare le produzioni supposte colte a chi si diverte con intrattenimenti supposti incolti. Altra è destinare quattrini – sempre del contribuente – a questa o quella produzione specifica, il che innesca il variopinto mondo dell’amichettismo, delle compiacenze, delle connivenze e delle vicinanze. Non sempre commendevoli. Anzi, raramente tali.
Nel fare i complimenti a Cortellesi per il successo le rivolgiamo anche i più vivi ringraziamenti per avere dimostrato quel che cercammo vanamente di sostenere. Sperando che la voglia di essere dispensatori soccomba alla necessità di tagliare la spesa corrente.
di Sofia Cifarelli
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