Dal talent show a “Universale”, parla Aaron di Amici22
Da Amici 2022 al suo disco d’esordio “Universale”: il talento di prospettiva Edoardo Boari, in arte Aaron, si racconta a La Ragione
Dal talent show a “Universale”, parla Aaron di Amici22
Da Amici 2022 al suo disco d’esordio “Universale”: il talento di prospettiva Edoardo Boari, in arte Aaron, si racconta a La Ragione
Dal talent show a “Universale”, parla Aaron di Amici22
Da Amici 2022 al suo disco d’esordio “Universale”: il talento di prospettiva Edoardo Boari, in arte Aaron, si racconta a La Ragione
Da Amici 2022 al suo disco d’esordio “Universale”: il talento di prospettiva Edoardo Boari, in arte Aaron, si racconta a La Ragione
Quando si ragiona di musica emergente è impossibile ignorare il fenomeno dei talent show. C’è chi li ama, chi li odia, chi li segue e chi li ignora. Certo è che a ogni loro nuova edizione il mercato musicale italiano si arricchisce di nuovi nomi. Per alcuni, nient’altro che ragazzi catapultati nel tritacarne discografico, spesso non consapevoli dell’importanza della gavetta e di un graduale percorso professionale.
Concetti importanti che sembra invece aver ben assimilato Aaron, all’anagrafe Edoardo Boari, talento di prospettiva uscito proprio dall’edizione 2022 della trasmissione “Amici” e ora al suo esordio discografico con l’album “Universale”. Una voce graffiata il giusto, spiccatamente personale (no, non è “come Irama”) e diversa da quelle che siamo abituati ad ascoltare in certi contesti, sorrette da autotune più per nascondere lacune evidenti che per scelta stilistica.
Appena diciott’anni e tanta voglia di iniziare a fare sul serio, ci confessa che l’avventura televisiva «è stata tosta: era la mia prima esperienza fuori casa, la mia prima convivenza con persone che non fossero la mia famiglia. Fra noi ragazzi in gara non ci si scannava, ma era pur sempre una competizione. In una parola? Un’esperienza complicata».
Un percorso non sempre facile che lo ha visto uscire a un passo dalla finale e che lo ha indubbiamente cambiato: «Più come Edoardo che come Aaron, va detto. “Amici” ha messo a fuoco tutte le mie più grandi paure, preparandomi ad affrontarle in pubblico, ad accettarle e amarle per quello che sono. Perché sono proprio i nostri timori e le nostre indecisioni a renderci unici».
Aaron sembra più maturo rispetto all’età indicata sulla sua carta d’identità, quando sottolinea quanta strada abbia ancora da fare (speriamo venga seguito da autori di valore) e quando ci racconta dell’emozione provata nel lavorare al primo disco: «Sono orgoglioso della perseveranza che ho dimostrato nel portare a termine questo lavoro. Se non avessi avuto coraggio questo album sarebbe stato pubblicato chissà quando».
“Universale” è un’opera prima che ha qualcosa da dire, che rispecchia bene la sensibilità del suo autore. Il brano che gli sta più a cuore è forse “Mi prenderò cura di te”: «A dir la verità, questo pezzo non doveva nemmeno uscire. L’ho scritto in Inghilterra prima di partecipare ad “Amici” ed è dedicato alla mia ragazza. Ma quando Maria De Filippi l’ha sentito mi ha detto: “Ok, questo pezzo è forte. Prendi queste reference (modelli musicali di riferimento, ndr.), riscriviamolo da zero e mandiamolo alla casa discografica”».
E la formula del talent show? Aaron osserva con sincerità: «Quando ne affronti uno devi essere pronto a fare un altro tipo di lavoro: la televisione è completamente diversa dal mondo discografico». In questi giorni è impegnato negli inStore, gli appuntamenti promozionali nei negozi: «Non vedo l’ora di incontrare tutti. Empatizzare con le persone è la cosa più bella. Servirà sicuramente divertirsi e… una bottiglia d’acqua».
di Federico Arduini
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