Micro-film veloci come snack
Le ultime generazioni preferiscono contenuti brevi ma di qualità, una tendenza legata indissolubilmente alla fruizione dei social network. Per esempio i duanju
Micro-film veloci come snack
Le ultime generazioni preferiscono contenuti brevi ma di qualità, una tendenza legata indissolubilmente alla fruizione dei social network. Per esempio i duanju
Micro-film veloci come snack
Le ultime generazioni preferiscono contenuti brevi ma di qualità, una tendenza legata indissolubilmente alla fruizione dei social network. Per esempio i duanju
Le ultime generazioni preferiscono contenuti brevi ma di qualità, una tendenza legata indissolubilmente alla fruizione dei social network. Per esempio i duanju
Il boom delle serie televisive legato all’avvento delle piattaforme streaming ha avuto un impatto enorme sul cinema. Il fenomeno del binge watching (le ‘maratone’ per guardare quanti più episodi possibili) ha spinto produttori e registi a portare sul grande schermo storie più lunghe e più complesse. Ma c’è anche un altro aspetto da tenere in considerazione: la comparsa sul mercato di player come Netflix, Prime Video e Disney+ ha consentito agli autori – emergenti e non – di avere nuove opportunità, nuovi canali di distribuzione per le loro opere. Nuove possibilità ma anche nuove forme, a seconda del pubblico di riferimento.
Le ultime generazioni preferiscono contenuti brevi ma di qualità, una tendenza legata indissolubilmente alla fruizione dei social network. In particolare, negli ultimi mesi è emerso un format potenzialmente rivoluzionario: parliamo degli snack dramas verticali, ossia quei cortometraggi spesso a basso costo pubblicati su TikTok. Questa nuova tipologia di prodotto è la versione in lingua inglese – e presto anche in italiano – dei duanju cinesi, micro drammi che hanno guadagnato grande popolarità sul web. Solitamente vengono realizzati un centinaio di episodi dalla durata massima di due minuti: uno sforzo produttivo che può richiedere due settimane di riprese e un investimento di 120mila sterline. Importi piuttosto bassi, considerando che i contenuti più visualizzati possono incassare milioni di sterline già nella prima settimana.
Lanciati per la prima volta su Youku Tudou (una versione cinese di YouTube, che da quelle parti è considerato fuorilegge), i duanju sono spettacoli dominati dal sensazionalismo e quasi sempre legati a sesso, potere, violenza e fantasy. Non mancano colpi di scena, così come i lupi mannari e i vampiri. Nel 2019 il governo cinese è intervenuto per censurare le rappresentazioni di omosessualità ed edonismo, ma questo non ha intaccato la diffusione dei duanju, la cui industria vanta ormai 1,6 miliardi di spettatori per un valore di 37,4 miliardi di yuan (quasi 5 milioni di euro).
Recentemente le aziende cinesi hanno iniziato a collaborare con società di produzione americane e britanniche per esportare il format e acquisire prestigio. L’obiettivo è duplice: arruolare attori da usare per la voce fuori campo in inglese e girare interi spettacoli con cast occidentale. All’inizio del 2024 la cinese Flex Tv ha realizzato a Los Angeles due serie con attori americani: 10 giorni di riprese e 34 interpreti, per un totale di 150 scene. Costo complessivo di 300mila dollari, lo stesso che – per avere un’idea – la Bbc spende per due sole puntate di un game show. Questi contenuti finiranno poi su TikTok e altre piattaforme web come ReelShort, sempre più in voga fra i giovani tra i 16 e i 24 anni.
Questi snack movies verticali sono un po’ il simbolo della Gen Z, la prima a rinunciare alla tv e a informarsi quasi esclusivamente sui social, come evidenziato dal “The Telegraph”. Tra coloro che sono riusciti a cogliere l’occasione al volo troviamo Joe Cook, James Gladdon e Calum Gulvin, trio attivo dal 2018. Già noto per una serie di sketch su YouTube, il gruppo britannico ha pubblicato la serie “Natty Wine Bros” su TikTok e ha inanellato centinaia di migliaia di visualizzazioni. Nessuna formula magica, semplicemente un prodotto su misura per la piattaforma: mini-film da un minuto che raccontano le peripezie di tre amanti del vino.
di Massimo Balsamo
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