Il film “Eden” di Ron Howard
“Dio è morto, esiste solo l’uomo”. Questa è una delle tante sentenze taglienti del famoso Dott. Ritter nell’ultimo film: “Eden” del premio Oscar Ron Howard

Il film “Eden” di Ron Howard
“Dio è morto, esiste solo l’uomo”. Questa è una delle tante sentenze taglienti del famoso Dott. Ritter nell’ultimo film: “Eden” del premio Oscar Ron Howard
Il film “Eden” di Ron Howard
“Dio è morto, esiste solo l’uomo”. Questa è una delle tante sentenze taglienti del famoso Dott. Ritter nell’ultimo film: “Eden” del premio Oscar Ron Howard
“Dio è morto, esiste solo l’uomo”. Questa è una delle tante sentenze taglienti del famoso Dott. Ritter nell’ultimo film: “Eden” del premio Oscar Ron Howard. Jude Law interpreta il coraggioso Dottore che nel 1929 decide di fuggire da una Germania tra le due guerre, per andare a vivere con la compagna Dora (Vanessa Kirby) sull’isola di Floreana, nelle Galápagos, in cerca di una vita migliore.
C’è poca acqua, il luogo è ostile, non c’è nessun altro essere umano, tutto è da costruire. Solo vegetazione, mare, sabbia e un buon clima. Con il tempo costruiscono una bella casa, portano l’acqua nella loro proprietà attraverso un sistema ben congegnato, hanno un orto florido, Dora vive quasi in simbiosi con il suo amato asinello. Friedrich Ritter (che si è asportato tutti i denti per evitare infezioni, giuro non lo dimenticherete!) dedica il suo tempo alla scrittura di un saggio sul dolore, forse il vero senso della vita: “non fuggite dal dolore, accoglietelo” suggerisce.
I due fanno l’amore, si nutrono di quello che coltivano, tutto sembra andare per il meglio nonostante le difficoltà dell’isolamento che però è quello a cui tengono maggiormente. Hanno trovato un equilibrio, o si illudono di averlo trovato. Un giorno un’altra coppia con un ragazzino (i Wittmer) si presenta all’ingresso della casa dei Ritter. Per andare su Floreana hanno venduto tutto in Germania, vogliono iniziare una nuova vita sull’isola e seguire l’esempio della coppia di pionieri ormai diventati due celebrità in Occidente.
Ma i piani del Dottore e quelli di Dora non includono altre persone. “Non sopravvivranno”, dice il Dottore parlando con Dora e li porta nel punto più ostico dell’isola. Lì l’acqua non arriva. Moriranno come gli altri arrivati prima di loro. Invece no. Cosa faranno i Wittmer per cavarsela? Come riusciranno a creare un orto più florido degli altri? Chi è il più forte sull’isola adesso? Chi determina di chi è cosa? Ron Howard tratta il tema del potere con ferocia. Ci sono delle scene di una tale violenza e malvagità che ci mettono di fronte a quello che sono in grado di generare gli esseri “umani” nel momento in cui subentra la sete di potere, la necessità di definire un confine, chi ha di più, chi ha di meno. Tu hai più cibo di me? Non va bene. Tu vivi meglio di me? Non voglio.
Andava tutto bene per i Ritter, ma quando queste persone si trovano costrette a interagire con altri, ecco che nasce il conflitto. Non c’è aiuto reciproco, ma solo chi primeggia, chi possiede di più. Tutto questo da soli – o in un territorio che comprende al massimo due persone – non esiste. Se arrivano “gli altri”, è la fine.
Non fa paura il fatto che le persone non siano capaci di coabitare lo stesso luogo senza farsi la guerra? Infatti, il film “Eden” di Howard (il famoso Richie Cunningham della serie Happy Days) fa paura – soprattutto perché è una storia vera – in molti momenti viene da chiudere gli occhi, ma non finisce qui: a un certo punto a Floreana sbarca una baronessa: Eloise Bosquet de Wagner Wehrhorn (Ana de Armas), ricca, bellissima, esuberante, furba. Si impone il caos.
C’è fame di dominio sull’altro. Scrivendo il suo saggio, il Dottore, si inceppa proprio sulla frase: “Il nostro scopo è...” e la ripete ossessivamente nella mente, non la sa chiudere questa frase. E con lui chi guarda si trova incapace di andare oltre questo suo (nostro) intoppo. O forse qualcuno di voi sa dare una risposta su quello che è il nostro scopo sulla terra?
di Hilary Tiscione
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Tag: film
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