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Il misterioso Trenque Lauquen di Laura Citarella

Tranque Lauquen della regista argentina Laura Citarella è approdato nelle sale italiane e impone al mondo un nuovo canone altro dagli standard hollywoodiani
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Il misterioso Trenque Lauquen di Laura Citarella

Tranque Lauquen della regista argentina Laura Citarella è approdato nelle sale italiane e impone al mondo un nuovo canone altro dagli standard hollywoodiani
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Il misterioso Trenque Lauquen di Laura Citarella

Tranque Lauquen della regista argentina Laura Citarella è approdato nelle sale italiane e impone al mondo un nuovo canone altro dagli standard hollywoodiani
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Tranque Lauquen della regista argentina Laura Citarella è approdato nelle sale italiane e impone al mondo un nuovo canone altro dagli standard hollywoodiani
Nella sezione Orizzonti della Biennale di Venezia22 aveva entusiasmato pubblico e critica. “Trenque Lauquen”, l’atteso film della cineasta argentina Laura Citarella distribuito da Exit Media, è finalmente approdato nelle sale italiane. Suddiviso in due parti e con una struttura episodica, il film ruota intorno al mistero di Laura scomparsa senza lasciare alcuna traccia nel paesino della pampa argentina che dà nome al film, smuovendo gli animi dei due uomini che la amano e che si metteranno in viaggio per cercarla. Una pellicola basata su un gioco di generi – dal mistery al dramma – e profondamente intima: girato nel paese della sua famiglia vede la presenza di suo marito in qualità di attore e di sua figlia e nonna come comparse. “Il film ha poco a che fare con la mia vita anche se è pieno di cose della mia vita. È incredibile come la fiction possa possedere così tanto della propria quotidianità, registrando e proteggendo materiali reali. È un qualcosa di molto potente che mi piace molto”, racconta la regista. Laura Citarella è una delle esponenti più rappresentative de “El Nuevo Cine Argentino”, la cui cifra stilistica è la diversità, di voci e di generi. “Credo che questo abbia a che fare con le continue crisi politiche che viviamo nel nostro Paese e con un certo senso di sopravvivenza che proviamo. Il cinema è uno spazio molto combattuto e noi cineasti abbiamo imparato a resistere a queste avversità”. Una nuova stagione che vede Paesi (Argentina, India, Corea in primis), un tempo esclusi dall’élite hollywoodiana e dai canoni estetici imposti, sempre più protagonisti. “Non è nemmeno chiaro cosa sia Hollywood al giorno d’oggi. Le piattaforme, forse”, chiosa Citarella, con risultati a suo dire sempre più opachi e standard. “Poi ogni tanto appare un bagliore… Ma i media stanno mettendo in pericolo un linguaggio che ha ancora molto su cui indagare”. Infine, dopo il dichiarato omaggio a “L’avventura” di Antonioni nel suo ultimo film, la regista si esprime sul suo speciale rapporto con l’Italia: “La mia famiglia paterna, i Citarella, era originaria di Palermo. La mia famiglia materna, i Bertino (che si vedono nel film) è originaria di Quincinetto, nel nord Italia. Ho un rapporto molto familiare con l’Italia. Ogni volta che ci ritorno, sento di appartenervi”. di Raffaela Mercurio

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