Il mio nome è Boh. James Boh. Nulla più dell’incertezza misura oggi la saga epica di un agente segreto che si è mosso nel cinema (dopo la narrativa che l’aveva partorito) tra i confini della Guerra fredda che fu, gli americani, i russi e i terzi a incomodo
Questo agente segreto che abbiamo, per burla, ribattezzato Boh è in realtà un mito dell’immaginario occidentale: si chiama Bond. James Bond. Al tempo della guerra russa in Ucraina la sua figura risulta un inciampo della geopolitica e del cinema, perché il mondo spericolato – e dalla parte delle libertà – che incarnava non esiste più. Eppure nell’ottobre del 2022, sessant’anni dopo la prima uscita al cinema di James Bond, interpretato dall’attore Sean Connery, il mondo che manca è anche quello che viviamo. La Guerra fredda, in maniera diversa dal secolo scorso, sta tornando e quell’ambiguità dello spiare torna maledettamente necessaria, seppur meno poetica.
Da allora moltissimo è cambiato, anche se una certa nostalgia di quel manicheismo che divideva in maniera netta il bene dal male resta necessaria a non perdersi. Certo, la spia circondata da belle donne nemiche è oggi più un rewind che una possibilità. Ma quella schiettezza necessaria a separare i buoni dai cattivi resta insostituibile. Non per nostalgia ma perché in guerra gli agenti segreti alla Bond servono a vincere e (soprattutto) a non perdere. Come diceva James, del resto, «non c’è nulla come una sfida che faccia uscire ciò che di meglio c’è in un uomo». Ammesso che il meglio stia in un uomo. Boh!
Di Jean Valjean
LA RAGIONE – LE ALI DELLA LIBERTA’ SCRL
Direttore editoriale Davide Giacalone
Direttore responsabile Fulvio Giuliani
Sede legale: via Senato, 6 - 20121 Milano (MI) PI, CF e N. iscrizione al Registro Imprese di Milano: 11605210969 Numero Rea: MI-2614229
Per informazioni scrivi a info@laragione.eu
Copyright © La Ragione - leAli alla libertà
Powered by Sernicola Labs Srl