“La Notte di Certe Notti”: la cronaca del concerto. E il 20 giugno 2026 “Certe Notti a Milano” a San Siro
100mila persone per Ligabue a “La Notte di Certe Notti”, che triplica a San Siro il 20 giugno 2026
“La Notte di Certe Notti”: la cronaca del concerto. E il 20 giugno 2026 “Certe Notti a Milano” a San Siro
100mila persone per Ligabue a “La Notte di Certe Notti”, che triplica a San Siro il 20 giugno 2026
“La Notte di Certe Notti”: la cronaca del concerto. E il 20 giugno 2026 “Certe Notti a Milano” a San Siro
100mila persone per Ligabue a “La Notte di Certe Notti”, che triplica a San Siro il 20 giugno 2026
A un certo punto, le luci si sono accese come in un sogno, e sul maxischermo è apparsa lei: Las Vegas. Quella vera. Quella che ammalia e stordisce con i suoi neon, i suoi eccessi, le sue contraddizioni. Da una parte, il divertimento sfrenato, la festa continua, le esperienze al limite. Dall’altra, la spietata macchina da soldi, la disperazione nascosta dietro una slot machine, e il consumo energetico fuori controllo. Un posto che rappresenta tutto e il contrario di tutto. Proprio come i tempi che stiamo vivendo.
E forse è anche per questo che Ligabue ha scelto quel mood visivo per il suo nuovo show a Campovolo: per ricordarci, sì, dove siamo finiti, ma anche per concederci, almeno per una sera, il diritto di lasciarci andare. Di ballare, di cantare, di stare leggeri.
E così è stato: uno spettacolo poderoso, il quinto a Campovolo, che ha celebrato tre anniversari fondamentali nella carriera del rocker di Correggio — i 30 anni di “Buon Compleanno Elvis”, i 20 anni dal suo primo Campovolo (e dall’uscita di Nome e Cognome), e soprattutto i 35 anni di carriera.
Sul palco, tra un blocco e l’altro — sì, perché il concerto era diviso in sezioni tematiche, ognuna dedicata a un periodo o a un album — è tornato anche Little Taver, lo storico Kingo di Radiofreccia, con gag surreali e un’ironia che ha saputo smorzare i momenti più densi di emozione.
Quello che si è visto a Campovolo non è stato solo un concerto. È stata una dichiarazione d’intenti, un viaggio nel tempo e un grido collettivo: che nonostante tutto, nonostante il mondo capovolto, la festa — per una sera almeno — può ancora avere la meglio.

La Notte di Certe Notti: i momenti più intensi
La metà della mela
Sugli schermi scorrono le immagini di alcune wedding chapel di Las Vegas. Iconiche, kitsch, irresistibili. Si susseguono matrimoni celebrati da improbabili Elvis in completo bianco. Coppie di ogni tipo: giovani, anziani, etero, queer, stravaganti o tradizionali. Nessuna distinzione, nessun giudizio. Solo un messaggio chiaro, semplice, fortissimo: l’amore, quando è tra due persone consenzienti, dovrebbe essere sempre libero.
Una parentesi visiva che strappa un sorriso, ma che sa anche toccare in profondità. Un modo per ricordare — in mezzo alla festa, alle chitarre e alle luci sparate nel cielo — che la libertà di amare è una delle poche cose su cui non si dovrebbe mai tornare indietro.
Giorno dei giorni
20 anni dal primo Campovolo, 20 anni da “Nome e Cognome”.
Quando parte il brano con cui Ligabue aprì il suo primo concerto a Campovolo nel 2005, succede qualcosa di speciale. Le immagini del live attuale si intrecciano, quasi senza soluzione di continuità, con le riprese degli altri quattro show che ha tenuto proprio su quel prato. Un montaggio che è un viaggio nella memoria collettiva, un collage emotivo in cui passato e presente si fondono tra abbracci, cori, pioggia, sole e generazioni che si passano il testimone.
Ogni fotogramma è una scheggia di storia: le magliette sbiadite del 2005, le facce più adulte ma sempre entusiaste del 2015, le mani alzate, gli occhi lucidi. E in mezzo a tutto questo, il Liga di oggi che canta davanti a un’onda umana che non ha mai smesso di rispondergli.
Le donne lo sanno
“Credo che una speranza passa per forza attraverso il genere femminile” aveva detto Luciano in conferenza stampa. E lo ha ribadito sul palco in uno dei momenti più intensi e visivamente potenti della serata. Sugli schermi, come su una tela digitale, si apre una vera e propria galleria di volti femminili. Non fotografie, ma ritratti rielaborati da un artista digitale, quasi sospesi tra realtà e immaginazione, come icone contemporanee cariche di significato.
Una dopo l’altra, scorrono donne che hanno lasciato un segno profondo nella cultura, nella scienza, nella politica, nell’arte e nello sport. Rita Levi Montalcini, Alda Merini, Monica Vitti, Margherita Hack, Michela Murgia, Raffaella Carrà, Franca Rame, Letizia Battaglia, Giulietta Masina, Mariangela Melato. E poi ancora Fernanda Pivano, Nilde Iotti, Liliana Segre, Tina Anselmi, Gina Lollobrigida, Tina Pica.
C’è spazio anche per le voci più contemporanee e combattive: Geppi Cucciari, Sabina Guzzanti, Serena Dandini, Giovanna Botteri, Cecilia Sala, Cecilia Strada, Ilaria Cucchi. Senza dimenticare Sandra Mondaini, Titina De Filippo, Dacia Maraini, Paola Egonu, Bebe Vio, Jasmine Paolini, Gessica Notaro.
Icone storiche e popolari, come Franca Valeri, Maria Montessori, Maria Callas, Claudia Cardinale, Sophia Loren, Sandra Milo, Milena Vukotic, Patrizia Cavalli, Milena Gabanelli, Samantha Cristoforetti, Anna Magnani.
Un omaggio corale e potente, che non ha bisogno di spiegazioni: uno spazio di riconoscimento, bellezza e memoria. In platea, molti volti si illuminano, altri si commuovono. Perché vedere tutte quelle donne riunite, anche solo in forma di ritratto, è come sentire una storia lunga e necessaria che finalmente viene raccontata
Happy Hour
Come in un’astronave sospesa tra ironia, visioni distopiche e futuro digitale. Ai lati del palco, campeggiava una scritta luminosa: “20 anni di Nome e Cognome”. Tra luci soffuse e brindisi digitali, sono comparsi – ricreati con sorprendente realismo tramite intelligenza artificiale – i volti più riconoscibili della geopolitica mondiale… in tenuta da astronauta.
Un surreale carosello di potere in orbita: Vladimir Putin e Donald Trump alzano i calici con fare complice, Ursula Von der Leyen sorride a Mario Draghi, mentre Benjamin Netanyahu scambia sguardi d’intesa con Viktor Orbán. Poi Xi Jinping e Recep Erdogan si contendono silenziosamente l’attenzione della scena, mentre alle loro spalle, dalla vetrata dell’oblò, la Terra appare piccola e lontana.
Giorgia Meloni e Emmanuel Macron discutono animatamente, mentre Elon Musk e Mark Zuckerberg si sfidano con sguardi robotici, Volodymyr Zelenskyj brinda con Joe Biden, Kim Jong-un con Bill Gates e Jeff Bezos con Sam Altman.
Ma l’immagine più potente arriva sul finale. In un momento sospeso, mentre le ultime note della canzone simbolo risuonano nell’aria, Sergio Mattarella – vestito da astronauta come gli altri – si volta verso il pubblico. In mano un calice, lo solleva lentamente con espressione grave, quasi malinconica. Il brindisi non è di festa, ma di riflessione.
Macchina e palco mobile
Indubbiamente tra i colpi di scena più inattesi. Un palco mobile partito da quello principale con un giro tutto Campovolo. Sopra, Ligabue e la band. Un palco come una grande Cadillac rosso fuoco trasportata da un super truck. Un modo per avvicinare ulteriormente il pubblico, sulle note di “Si viene e si va” e “Il meglio deve ancora venire”, fino ad arrivare ad una pedana sopraelevata.
Tutto si è spento, solo la registrazione della voce di Roberto Benigni estratta dall’intervento contro le guerre fatto a giugno 2025 nella trasmissione Propaganda Live. Sugli schermi le scritte “Basta col massacro a Gaza”, “Basta col massacro in Ucraina”, “Basta col massacro in Sudan” e “Basta con i 56 massacri in corso nel mondo”.
Sul palco con Luciano LA BANDA: Mel Previte (chitarra), Fede Poggipollini (chitarra), Luciano Luisi (tastiere), Antonio Righetti (basso) e Robby Pellati (batteria)
Scaletta completa
Certe Notti (base)
I Ragazzi sono in giro
Questa è la mia vita
I duri hanno due cuori
La metà della mela
Lambrusco e pop corn
Il giorno dei giorni
Cosa vuoi che sia
Le donne lo sanno
Lettera a G.
Happy Hour
Figlio di un cane
Bambolina e Barracuda
Non è tempo per noi
Piccola stella senza cielo
Balliamo sul mondo
Buon compleanno Elvis
Quella che non sei
Seduto in riva al fosso
Vivo morto o x
Hai un momento Dio
Si viene e si va
Il meglio deve ancora venire
Il mio nome è mai più
Leggero
Viva!
A che ora è la fine del mondo
Tra palco e realtà
Bis
Urlando contro il cielo
Certe Notti
“La Notte di Certe Notti” in “Certe Notti a Milano” il 20 giugno 2026
Ieri sera a Campovolo è stata “La Notte di Certe Notti”, l’evento live di Luciano Ligabue, culmine di due giorni di festa che hanno riacceso le luci di Campovolo.
Ma le feste non finiscono qui, già annunciato il prossimo appuntamento alla Reggia di Caserta il 6 settembre 2025 e sabato 20 giugno 2026, a distanza di un anno esatto da Campovolo2025, la grande festa arriverà anche al nord con “Certe Notti a Milano”, un evento imperdibile allo Stadio San Siro, terza tappa de “La Notte di Certe Notti” in un altro luogo iconico che ha segnato la carriera di Ligabue (nel 1997 San Siro è stato il primo stadio ad ospitare un concerto nella carriera di Ligabue) e che negli anni lo ha visto più volte protagonista. Anche questa volta non sarà solo un concerto ma un’imperdibile experience nel mondo del Liga.
Dal 1° maggio 2026 Ligabue farà il giro dell’Europa con “CERTE NOTTI IN EUROPA”, un tour che partirà da Barcellona e farà tappa a Madrid, Parigi, Londra, Utrecht, Bruxelles, Lussemburgo e Zurigo.
Queste le date di “Certe Notti in Europa”:
1° maggio | Barcellona – Razzmatazz
2 maggio | Madrid – Sala Riviera
8 maggio | Parigi – Olympia
9 maggio | Londra – 02 SHEPHERD’S BUSH
11 maggio | Utrecht – Tivolivredenburg Ronda
12 maggio | Bruxelles – Cirque Royal
14 maggio | Lussemburgo – Rockhal
16 maggio | Zurigo – The Hall
di Federico Arduini
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- Tag: musica, Musica italiana
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