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La serie “Zero Day” con Robert De Niro

Azzerati in un istante tutti i sistemi informatici e le telecomunicazioni degli Stati Uniti: la serie “Zero Day” con Robert De Niro, prodotta e distribuita da Netflix

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La serie “Zero Day” con Robert De Niro

Azzerati in un istante tutti i sistemi informatici e le telecomunicazioni degli Stati Uniti: la serie “Zero Day” con Robert De Niro, prodotta e distribuita da Netflix

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La serie “Zero Day” con Robert De Niro

Azzerati in un istante tutti i sistemi informatici e le telecomunicazioni degli Stati Uniti: la serie “Zero Day” con Robert De Niro, prodotta e distribuita da Netflix

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Azzerati in un istante tutti i sistemi informatici e le telecomunicazioni degli Stati Uniti: la serie “Zero Day” con Robert De Niro, prodotta e distribuita da Netflix

Con la crescente interconnessione del nostro mondo è cresciuta anche la consapevolezza di quanto tutto questo ci renda fragili. Oggi è difficile immaginare di combinare qualcosa trovandosi costretti a una giornata di lavoro senza smartphone, laptop, Internet e i software che gestiscono ogni settore. La serie “Zero Day”, prodotta e distribuita da Netflix, esplora le conseguenze di un massiccio cyber-attacco che azzera in un istante tutti i sistemi informatici e le telecomunicazioni degli Stati Uniti. Interrompendo il funzionamento delle reti di servizi, trasporti, energia, tutto.

Un 11 settembre della guerra cibernetica che causa un’ondata di incidenti in cui muoiono migliaia di persone. L’attacco dura solo un minuto, i sistemi tornano operativi, ma nessuna organizzazione terroristica o nazione lo rivendica. L’unico messaggio è un minaccioso «Questo accadrà ancora» scritto a caratteri cubitali sullo schermo di ogni dispositivo. Gli Stati Uniti sono travolti dallo sgomento e dal terrore. In un momento in cui il Paese – come nella realtà – è lacerato dalla disinformazione e dalla polarizzazione estrema delle posizioni politiche.

Di fronte alla crisi la Casa Bianca chiede aiuto a George Mullen, un vecchio ex presidente dal glorioso passato. A impersonarlo è il leggendario Robert De Niro, che con “Zero Day” si cimenta per la prima volta nella serialità televisiva. Se pur in una miniserie da soli sei episodi.

Mullen incaricato dalla presidente Evelyn Mitchell (Angela Bassett) forma una commissione d’inchiesta dotata di poteri polizieschi e giudiziari speciali che scavalcano la Costituzione. L’ex presidente non vorrebbe accettare – si è ritirato da oltre vent’anni e l’età comincia a farsi sentire – ma il senso del dovere è troppo forte. Così sceglie di affrontare la sfida, nonostante la contrarietà di sua figlia Alexandra (Lizzy Caplan), deputata al Congresso.

I primi indizi fanno pensare ai nemici di sempre, poi ne sopraggiungono altri e si aprono nuove piste, interne. Mentre nell’ombra prende forma un intrigo che arriva fino alle persone vicine a Mullen. “Zero Day” ha qualcosa di “24”, ma senza tutta quella violenza e azione, qui presente solo in minima parte. Più che sull’indagine il racconto si focalizza sulla fragilità delle istituzioni e della società statunitense. Raffigurata come a un passo dalla caduta dell’ultima barriera che separa l’ordine dal caos.

In questa serie c’è molto dei migliori political drama. Con dialoghi ben scritti e scambi di battute che fanno riflettere sullo stato di salute delle democrazie. Assediate dal complottismo, dalla paranoia, dall’ambizione visionaria dei potenti magnati dell’high-tech e della finanza. Dall’egocentrismo e dalla corruzione dei politici, dalle piccole e grandi miserie delle persone. Tuttavia, manca quel qualcosa che avrebbe fatto di “Zero Day” un prodotto davvero indimenticabile. Alcuni personaggi sono troppo bidimensionali, lo sviluppo degli intrighi non è del tutto coerente, gli snodi decisivi della trama risultano eccessivamente prevedibili. Ma il problema principale è un altro: la realtà che ha superato la fantasia. Talmente estrema e sopra le righe da depotenziare la forza narrativa della serie. Di fronte alla realtà, i personaggi più negativi di “Zero Day” sembrano quasi dei moderati.

Di Federico Bosco

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