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L’accattivante arte della videografica

Può la grafica utilizzata per i videogame essere considerata una forma d’arte? È ciò che pensano alcuni appassionati. L’occhio vuole la sua parte, anche nei videogiochi.
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L’accattivante arte della videografica

Può la grafica utilizzata per i videogame essere considerata una forma d’arte? È ciò che pensano alcuni appassionati. L’occhio vuole la sua parte, anche nei videogiochi.
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L’accattivante arte della videografica

Può la grafica utilizzata per i videogame essere considerata una forma d’arte? È ciò che pensano alcuni appassionati. L’occhio vuole la sua parte, anche nei videogiochi.
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Può la grafica utilizzata per i videogame essere considerata una forma d’arte? È ciò che pensano alcuni appassionati. L’occhio vuole la sua parte, anche nei videogiochi.
Una delle questioni più annose e dibattute allo sfinimento è se i videogame in quanto mezzo espressivo possano essere considerati una forma d’arte, data la loro inconfutabile natura intrinseca da prodotto di mercato. Mentre una buona fetta di appassionati ne difende la possibile valenza artistica, i detrattori del medium vedono nella sua consumistica essenza finalizzata all’intrattenimento un limite che ne cristallizza ogni potenzialità. Al di là di una posizione favorevole o contraria, chiaramente opinabile considerando la soggettività della percezione artistica, è certo che quantomeno le componenti di un videogioco – soprattutto la grafica e la colonna sonora – possano ambire a diventare espressioni d’arte in quanto già come genere di per sé appartenenti alle categorie delle arti visive e musicali. È specialmente la grafica a colpire talvolta per l’ispirazione e l’estro della sua realizzazione, tra l’altro sempre più spesso firmata da autori affermatisi al di fuori del circuito videoludico. Nell’avvincente “Ruined King: A League of Legends Story”, nuovo gioco di ruolo con scontri a turni dell’universo di “League of Legends” (che sta conoscendo un periodo di rinnovata popolarità grazie all’ottima serie “Arcane” su Netflix), la direzione creativa del celebre fumettista Joe Madureira – ex talento di casa Marvel – garantisce una veste estetica a dir poco sontuosa. Assemblato il proprio terzetto di peculiari eroi, ci si lancerà in un’indimenticabile odissea in cui si esploreranno luoghi fantastici e suggestivi, ritrovandosi coinvolti in battaglie coinvolgenti dove saranno richieste doti tattiche di pianificazione. Da menzionare pure l’eccellente doppiaggio in italiano, che rappresenta la ciliegina sulla torta di questo imperdibile gioco. Gli appassionati delle fiabe dai toni dark faranno bene a non lasciarsi sfuggire “Death’s Door”, epica avventura in salsa action dotata di una grafica pittoresca che, per merito di magistrali giochi di luce e ombre, trasforma le ambientazioni in incantevoli diorami realizzati con cura certosina. Un traguardo prodigioso, dato l’esiguo numero dei componenti del piccolo team indipendente che ha sviluppato il prodotto. Nei panni di un magico corvo incaricato di recuperare un’anima perduta, si verrà catapultati in un reame onirico popolato da creature bizzarre dalla caratterizzazione tanto grottesca quanto ammaliante. L’umorismo nero e gli enigmi alternati con ritmo perfetto ai duelli assicurano emozioni e divertimento oltre ogni più rosea previsione. Frutto del genio creativo di due sole persone e fortemente ispirato alla stupenda arte del leggendario Moebius, il meraviglioso mondo desertico di “Sable” presenta un’ambientazione fantascientifica che, grazie all’assenza di combattimenti, crea – attraverso l’esplorazione delle sue lande desolate e la risoluzione dei suoi affascinanti misteri – un’esperienza ipnotica e meditativa, a tratti metafisica, in cui è incredibilmente piacevole obliarsi. Al giocatore il compito di interpretare un’enigmatica ragazza mascherata che, partendo dal suo villaggio natale, dovrà superare un rito di passaggio utile a rivelarle la sua vocazione di vita. In questo caso la grafica realizzata con la tecnica del cel shading dona un’estetica minimalista che conferisce al titolo un’atmosfera rarefatta e poetica. Chi predilige le storie eroiche andrà matto per “Ghost of Tsushima Director’s Cut”, esclusiva Playstation migliorata e ampliata rispetto alla prima versione che aveva meritatamente vinto il premio per la migliore direzione artistica all’ultima edizione dei Game Awards (in pratica, l’equivalente dell’Oscar per i videogame). La trama, ambientata nel Giappone medievale alla fine del XIII secolo, ripercorre le gesta dell’ultimo samurai dell’isola di Tsushima che si ritroverà a fronteggiare la prima invasione mongola nell’arcipelago nipponico. I panorami del gioco sono talmente mozzafiato da indurre gli utenti a fermarsi durante la partita per improvvisarsi fotografi e immortalarne la stupefacente bellezza.   di Piermarco Rosa

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