Uto Ughi non sviolina i Maneskin
Uto Ughi non sviolina i Maneskin
Uto Ughi non sviolina i Maneskin
Giovedì 19 gennaio 2023. È la vigilia dell’uscita di “Rush”, il nuovo disco dei Maneskin. A Roma ci si prepara per l’esclusivo e segreto concerto di lancio – che poi tanto segreto non è – quand’ecco che a 238 chilometri di distanza, da Siena, si alza una voce: “I Maneskin sono un insulto all’arte e alla cultura”. A dirlo è niente di meno che il violinista Uto Ughi, durante la presentazione del centenario dell’attività concertistica dell’Accademia Chigiana di Siena, che rincara: “Non ce l’ho particolarmente con i Maneskin, penso che ogni genere ha diritto di esistere“, ma “quando fanno musica e non quando urlano e basta”. Fiumi di inchiostro, titoli e ciarle. La band romana potrà anche non piacere e dirlo è più che lecito.
Tuttavia, sminuire quanto fatto da questi ragazzi ad un “urlare e basta” non solo ha poco senso, ma ricorda molto da vicino le classiche critiche mosse alla musica rock nel corso dei decenni da chi questa forma d’arte, forse, la conosce poco. È un dato di fatto l’aumento della vendita di strumenti musicali tra i più piccoli dopo il successo di Damiano e soci. Se questo non è far bene alla cultura, cos’è? Inoltre, lo scopo ultimo della musica dei Maneskin è sempre stato quello commerciale, non di certo quello di segnare la storia del genere, gareggiando con chi ha scritto capolavori nel passato. Per questo, forse, ci sarà modo in futuro, se dimostreranno di esserne in grado. È aspettarselo oggi l’errore.
di Federico ArduiniLa Ragione è anche su WhatsApp. Entra nel nostro canale per non perderti nulla!
-
Tag: musica, rock italiano
Leggi anche