Nella vita serve coraggio, parla Giancarlo Giannini
Abbiamo incontrato il celebre attore Giancarlo Giannini a margine della XII edizione del premio “L’Italia che comunica”. Le sue parole, mai banali e scontate

Nella vita serve coraggio, parla Giancarlo Giannini
Abbiamo incontrato il celebre attore Giancarlo Giannini a margine della XII edizione del premio “L’Italia che comunica”. Le sue parole, mai banali e scontate
Nella vita serve coraggio, parla Giancarlo Giannini
Abbiamo incontrato il celebre attore Giancarlo Giannini a margine della XII edizione del premio “L’Italia che comunica”. Le sue parole, mai banali e scontate
Lo abbiamo incontrato a margine della XII edizione del premio “L’Italia che comunica” organizzato da Aziende della Comunicazione Unite (Una), dedicato ai migliori commercial e progetti di comunicazione realizzati in Italia nell’anno che sta per chiudersi. Giancarlo Giannini è stato premiato per la sua straordinaria carriera, anche se il grande attore – oggi 81enne – non ha mancato di ironizzare sul diluvio di riconoscimenti ricevuti negli ultimi anni: «Se non sbaglio i conti, sono arrivato al 76º premio alla carriera. Forse non vedono l’ora che io muoia ma sappiate che non ho alcuna intenzione di togliere il disturbo!» ha scherzato con i presenti.
Parlare con Giancarlo Giannini è un’esperienza: si parte da una voce che non invecchia e fa viaggiare in compagnia dei nostri ricordi, lungo decenni di grande cinema e di film che hanno fatto epoca. Anche nel ruolo di doppiatore. Quello che colpisce maggiormente è però lo sguardo: divertito, furbo, piccante, ironico, a tratti vagamente annoiato. Da vera star, insomma, di quelle che ne hanno viste troppe per lasciarsi ancora impressionare da qualcuno o da qualcosa. Nonostante questo, un momento in grado di emozionarlo e di cui farsi vanto – lui così attento a un certo understatement – c’è ed è il conferimento della stella sulla Walk of Fame di Hollywood, nello scorso mese di marzo: «Pensate, di attori italiani siamo soltanto in due, io e Rodolfo Valentino» dice con un certo orgoglio.
Giannini ha rappresentato e rappresenta agli occhi di Hollywood l’italiano affascinante, creativo, all’occorrenza ombroso e vagamente misterioso. Un talento che lo ha portato sino alla Stella: «A differenza delle superstar americane, che amano presentarsi sulla Walk of Fame in maglietta nera, jeans strappati e tutti ‘scaciati’, io ci sono andato in smoking. Perché così si fa. E – guarda un po’ – quella mia immagine in smoking davanti alla Stella a Hollywood ha fatto il giro del mondo. Che grande soddisfazione».
Ricordi personali a parte, Giancarlo Giannini s’illumina nel parlare soprattutto di cinema e dei ragazzi che amano questa straordinaria forma d’arte: «Siate coraggiosi! Se volete davvero fare questo lavoro dovrete avere coraggio: delle vostre idee, delle vostre passioni, di tutto ciò che fate» ha esclamato rivolgendosi ai più giovani. «In definitiva quello dell’attore non è un mestiere così difficile, ma è difficile farlo in modo semplice, perché “semplicità” è una parola che si è dimenticata. Così come è accaduto a “fantasia”: cerchiamo di insegnare ai nostri figli che cos’è la fantasia, togliete loro il telefonino per un’oretta e metteteli a leggere un libro di “Topolino”. Piano piano impareranno che la solitudine è una bellissima cosa, altrimenti stanno sempre attaccati al telefonino».
Per Giancarlo Giannini prendersi sul serio non è mai una grande soluzione: «Non sono napoletano ma amo quella città incredibile. C’è un’espressione dialettale che mi è sempre piaciuta: “Futtitevenne”. Non è disinteresse, non è disimpegno, è la capacità di scegliere le priorità, importandosi il giusto degli altri». Inevitabile un riferimento al film-fenomeno di questa stagione – “C’è anche domani” – con cui Paola Cortellesi ha sbancato il botteghino e soprattutto centrato un vero e proprio fenomeno di costume: «È bellissimo quello che è successo perché conferma quanto sia fondamentale avere il coraggio delle idee. Senza avere un’idea e un progetto chiari di ciò che si vuole raccontare agli altri, non si può fare cinema, non si raccontano delle vere storie. La Cortellesi sa di avere coraggio e a tutti i miei allievi ho sempre detto: “Abbiate il coraggio di osare. Dovete sbagliare, perché l’errore vi serve. E se poi non è un errore, è un’invenzione. Una scuola per voi e per tutti gli altri. Sbagliare significa avere coraggio e fare cose nuove. Pensateci, noi italiani siamo bravissimi a sbagliare e… a inventare».
di Fulvio Giuliani
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