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Paola Cortellesi C'è ancora domani

Paola Cortellesi, i ricordi in pellicola

Paola Cortellesi debutta alla regia con il film “C’è ancora domani” ci ricorda il peso della storia e del vero cinema, quello di cui abbiamo bisogno
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Paola Cortellesi, i ricordi in pellicola

Paola Cortellesi debutta alla regia con il film “C’è ancora domani” ci ricorda il peso della storia e del vero cinema, quello di cui abbiamo bisogno
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Paola Cortellesi, i ricordi in pellicola

Paola Cortellesi debutta alla regia con il film “C’è ancora domani” ci ricorda il peso della storia e del vero cinema, quello di cui abbiamo bisogno
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Paola Cortellesi debutta alla regia con il film “C’è ancora domani” ci ricorda il peso della storia e del vero cinema, quello di cui abbiamo bisogno
Alla presentazione milanese del suo film “C’è ancora domani”, Paola Cortellesi ha raccontato di un legame così profondo con la sceneggiatura da non essere riuscita a rinunciarvi per cederla ad altri. Al suo debutto da regista ha raccolto i ricordi collezionati nei dialoghi con la nonna sul Dopoguerra romano, portando nelle sale un gioiello che ha conquistato tutti, dai piani alti del Festival del Cinema di Roma (con ben tre riconoscimenti) al critico più esigente: il pubblico (con un incasso finora di oltre 3,5 milioni, il primo dei quali soltanto il 1° novembre). Attraverso l’artificio di un malinconico bianco e nero, Delia (Paola Cortellesi) riporta indietro gli spettatori a un momento storico che non è necessario aver vissuto in prima persona per sentirlo vicino. L’Italia del Dopoguerra e le donne “regine del focolare” vengono raccontate con solenne leggerezza. Più nel film Delia accresce la consapevolezza di sé, più cresce negli spettatori un senso di gratitudine per chi ha lottato ieri per essere quelli che siamo oggi. Le donne della Cortellesi parlano, votano, semplicemente esistono. Mettendo al bando la retorica sul femminismo con il mezzo più potente della verità storica, il film si concentra sulla società all’ombra del suffragio femminile del 2 e 3 giugno 1946. È l’unico elemento romantico, dice la Cortellesi, che valeva la pena ricordare. “La sera dei miracoli” di Lucio Dalla esplode in sala e accompagna la commozione: è il cinema di cui abbiamo bisogno. di Raffaela Mercurio

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