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Nuova vita per vecchi cinema

I vecchi cinema chiusi, spesso dimenticati nelle pieghe delle città, continuano a esercitare un fascino particolare

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I vecchi cinema chiusi, spesso dimenticati nelle pieghe delle città, continuano a esercitare un fascino particolare: facciate consunte, insegne spente, poltrone mute che raccontano di un pubblico che non esiste più. In molte metropoli e piccoli centri del mondo queste sale sopravvivono come frammenti di memoria urbana, testimonianze di un’epoca in cui il cinema era soprattutto un’esperienza collettiva. Pur segnati dal tempo, non sono tuttavia soltanto reliquie: sempre più spesso diventano spazi da recuperare, pronti a ospitare nuove forme di cultura e socialità.

Le cause dell’abbandono sono numerose: la concorrenza dei multisala, l’avvento dello streaming, i costi di gestione troppo elevati per le piccole realtà, le trasformazioni urbanistiche. Tuttavia, in diversi Paesi si stanno sperimentando modi innovativi per restituire vita a queste strutture, spesso dotate di un valore architettonico o simbolico significativo.

Cinema, Uno degli esempi più riusciti è quello del “Louxor” di Parigi

Uno degli esempi più riusciti è quello del “Louxor” di Parigi, un maestoso cinema degli anni Venti in stile neoegizio che, dopo un lungo periodo di degrado, è stato restaurato e riaperto come centro culturale dedicato al cinema d’essai e alle attività per il quartiere. Il recupero ha permesso di preservare un edificio iconico, restituendolo alla città con una funzione contemporanea.

La rinascita del “Castle Cinema” di Londra

Un approccio completamente diverso caratterizza invece la rinascita del “Castle Cinema” di Londra. Rimasto chiuso per oltre cinquant’anni e utilizzato per scopi disparati, è stato riportato alla vita grazie a una campagna di crowdfunding promossa da due giovani appassionati. Oggi è un cinema indipendente molto frequentato, con una programmazione che unisce film recenti, classici e iniziative comunitarie. A dimostrazione che la partecipazione dal basso può riportare energia in luoghi dati per spacciati.

A Londra un altro caso emblematico: il “Soho Theatre Walthamstow”

Ancora a Londra si trova un altro caso emblematico: il “Soho Theatre Walthamstow”, un tempo grande cinema in stile moresco poi trasformato in bingo hall e infine chiuso. Dopo un articolato restauro sostenuto da istituzioni locali, è diventato uno dei nuovi poli culturali della città, con un’offerta pensata per coinvolgere il quartiere.

Più complessa la storia del cinema “Edinburgh Filmhouse”, in Scozia

Più complessa la storia dello “Edinburgh Filmhouse”, in Scozia. Chiuso in seguito a difficoltà economiche, è stato salvato da una mobilitazione cittadina che ne ha sostenuto la riapertura. Oggi la struttura è tornata a ospitare proiezioni, incontri, festival e attività educative, riaffermando il ruolo del cinema come luogo di socialità e formazione.

ora irrisolto. Lo “Scala Cinema” di Bangkok

Accanto ai recuperi riusciti esistono però anche esempi di abbandono ancora irrisolto. Lo “Scala Cinema” di Bangkok, celebre per la sua architettura modernista e per essere stato una delle ultime grandi sale indipendenti della città, ha chiuso nel 2020. E attende ancora un destino certo, stretto tra progetti di demolizione e proposte di tutela.

L’“Empress Theatre” di Montréal

Analogamente, l’“Empress Theatre” di Montréal, un elegante edificio degli anni Venti ispirato allo stile egiziano, giace in stato di degrado da decenni, nonostante cicliche ipotesi di recupero.

Queste storie, diverse tra loro, rivelano una tendenza comune: il cinema non è soltanto un contenitore di spettacolo, ma un luogo di identità collettiva. Recuperarlo significa restituire alla città un frammento della sua storia e creare nuove opportunità culturali.

Un caso tutto italiano: il “Philing” di Milano

Lo conferma un caso tutto italiano: a Milano lo spazio “Philing, nato dalla rigenerazione attenta di un ex cinema, è stato trasformato e oggi accoglie concerti, presentazioni editoriali, incontri pubblici e appuntamenti culturali. Un progetto nel quale il nostro quotidiano ha esercitato un ruolo attivo e che ci vedrà parte integrante nell’organizzazione di alcuni eventi. Un segnale di come anche nel nostro Paese si possa restituire futuro a luoghi dati per perduti.

I cinema abbandonati non sono semplicemente resti di un passato glorioso: sono potenziali laboratori del presente, luoghi pronti a trasformarsi e a raccontare nuove storie. Purché ci sia qualcuno disposto ad ascoltarle.

di Stefano Faina e Silvio Napolitano

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