Oppenheimer: ambizioni, paure e potentati
Dopo settimane di attesa, Oppenheimer è ora nelle sale italiane. Christopher Nolan riesce a disegnare un ritratto fedele dell’umanità
Oppenheimer: ambizioni, paure e potentati
Dopo settimane di attesa, Oppenheimer è ora nelle sale italiane. Christopher Nolan riesce a disegnare un ritratto fedele dell’umanità
Oppenheimer: ambizioni, paure e potentati
Dopo settimane di attesa, Oppenheimer è ora nelle sale italiane. Christopher Nolan riesce a disegnare un ritratto fedele dell’umanità
Dopo settimane di attesa, Oppenheimer è ora nelle sale italiane. Christopher Nolan riesce a disegnare un ritratto fedele dell’umanità
Sono passate settimane in cui sembrava non si riuscisse a parlare d’altro, peraltro senza che gli italiani (esclusi i presenti alle anteprime) lo avessero ancora visto. Tanto che in molti si son chiesti come mai il film di cui tutti parlavano non fosse nel loro cinema di fiducia. Beh, non era ancora uscito, ma finalmente ci siamo: “Oppenheimer” è nelle sale italiane. Nelle tre ore di film, ad un ritmo narrativo sempre in crescendo, mentre tratteggia la vita e gli scontri interiori dell’inventore della bomba atomica, Christopher Nolan riesce a disegnare un ritratto fedele dell’umanità, con le sue ambizioni, i suoi giochi di potere e paure: la camera si sofferma sui volti, sui dialoghi e le interazioni in modo tanto dosato e strutturale da fare di un film che parla di scienza un film sulle persone.
A livello tecnico è semplicemente monumentale: dalla scelta d’alternanza di colore e bianco e nero – che richiama alcuni dei primi film di Nolan – a sottolineare il diverso punto di vista e la distanza d’idee rispetto al protagonista, fino al sonoro che è parte integrante del racconto a tal punto da dettare in più occasioni il cambiamento di stato d’animo nello spettatore ancor prima che su schermo accada qualcosa. E ce ne saranno di pugni allo stomaco, ve lo assicuriamo. Nel cast – ancora una volta azzeccato da Nolan – oltre al protagonista Cillian Murphy, spicca Robert Downey Jr. che riesce definitivamente a scrollarsi di dosso l’ingombrante armatura di Ironman.
di Federico Arduini
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