Patrizia Cirulli, l’artista milanese che ha messo in musica De Filippo
Parola alla cantautrice milanese Patrizia Cirulli che ha messo in musica diverse poesie di Eduardo De Filippo. Il risultato del suo lavoro ha sorpreso persino i partenopei
Patrizia Cirulli, l’artista milanese che ha messo in musica De Filippo
Parola alla cantautrice milanese Patrizia Cirulli che ha messo in musica diverse poesie di Eduardo De Filippo. Il risultato del suo lavoro ha sorpreso persino i partenopei
Patrizia Cirulli, l’artista milanese che ha messo in musica De Filippo
Parola alla cantautrice milanese Patrizia Cirulli che ha messo in musica diverse poesie di Eduardo De Filippo. Il risultato del suo lavoro ha sorpreso persino i partenopei
AUTORE: Federico Arduini
Musica e poesia. In tanti hanno provato a districare la selva dentro cui è costudito il segreto del rapporto fra queste due arti, spesso senza riuscirci. Più di qualcuno però, nella forma canzone, è riuscito a dar vita alla sinergica coesistenza di entrambe.
In Italia la magia è avvenuta per la prima volta nelle vie di Napoli, dove la tradizione della canzone ha mosso i primi passi e si è evoluta. Una terra che ha avuto grandi uomini d’arte: fra questi è impossibile non annoverare Eduardo De Filippo, drammaturgo, regista e autore di poesie che da poco sono diventate anche canzoni. Come un’artigiana che dall’oro ricava preziosi gioielli, la talentuosa cantautrice Patrizia Cirulli (per tre volte finalista al Premio Tenco e per tre volte vincitrice del Premio Lunezia) ha infatti musicato dieci diverse poesie di De Filippo nel disco “Fantasia. Le poesie di Eduardo in musica”.
Quando le chiediamo cos’abbia spinto una milanese doc come lei a cimentarsi in un’impresa così ambiziosa ci racconta di una folgorazione, avvenuta mentre lavorava al disco precedente: «In “1000 baci” avevo scritto la musica per le poesie di grandi autori come Quasimodo, D’Annunzio e Catullo. Tra queste c’era anche “Quanno parlo cu te” di Eduardo. Era il febbraio del 2013 e incontrando questo mondo poetico ho avuto come un innamoramento: mi sono ritrovata a musicarne altre nove della sua produzione. Sono nate tutte insieme, nell’arco di un mese al massimo». Da allora i brani sono rimasti in un cassetto in attesa del momento giusto. E questo è finalmente arrivato quando Patrizia ha incontrato Marcello Peghin, al quale ha affidato la direzione musicale del disco: «Ovviamente ho dovuto ottenere le autorizzazioni dagli eredi De Filippo, che ringrazio sempre profondamente».
Il risultato finale è un album capace di vestire la poesia di De Filippo di melodie e arrangiamenti acustici dosati, nei quali ogni elemento armonico e melodico ha la sua ragion d’essere. Un esempio su tutti il brano “È notte”, dove davanti all’ascoltatore si schiude il dipinto di un notturno napoletano, mentre la calda voce della Cirulli emerge espressiva e sicura. Affrontare la lingua di Napoli non è stato semplice: «Quando non avevo ancora preso lezioni ho iniziato a pronunciare le parole delle poesie a modo mio, ascoltando le versioni recitate e iniziando a canticchiare ciò che mi veniva in mente per poi via via addentrarmici sempre più». Risultato centrato, a detta di molti partenopei che stupiti hanno ascoltato il disco dal vivo (in attesa della definitiva consacrazione il 21 aprile all’Auditorium Novecento di Napoli).
In un’epoca in cui la poesia trova sempre meno risonanza, veicolarla per mezzo della musica può essere una chiave per raggiungere anche i più giovani: «Se si dà la possibilità ai ragazzi di ascoltare cose diverse sanno apprezzarle» osserva Patrizia Cirulli. «Lo prova una mia recente esperienza con duecento studenti: si son messi a cantare tutti in coro Eduardo e Catullo!».
Di Federico Arduini
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