“Something Beautiful”, il film-evento tra moda e musica
Dopo l’anteprima mondiale al Tribeca Film Festival, il 27 giugno arriva per un solo giorno anche nelle sale italiane “Miley Cyrus: Something Beautiful”
“Something Beautiful”, il film-evento tra moda e musica
Dopo l’anteprima mondiale al Tribeca Film Festival, il 27 giugno arriva per un solo giorno anche nelle sale italiane “Miley Cyrus: Something Beautiful”
“Something Beautiful”, il film-evento tra moda e musica
Dopo l’anteprima mondiale al Tribeca Film Festival, il 27 giugno arriva per un solo giorno anche nelle sale italiane “Miley Cyrus: Something Beautiful”
Dopo l’anteprima mondiale al Tribeca Film Festival, il 27 giugno arriva per un giorno solo anche nelle sale italiane “Miley Cyrus: Something Beautiful”, per un appuntamento che segna un nuovo capitolo nella carriera dell’artista americana.
Più di un semplice visual album, il film è nei fatti una dichiarazione d’intenti, un’opera in cui musica, cinema e moda si fondono in un’esperienza unitaria. Tredici i brani tratti dall’album omonimo in un viaggio sonoro e visivo che alterna atmosfere oniriche, eleganza distopica e riflessioni profonde sull’identità artistica.
«Something Beautiful è il progetto dei miei sogni che prende vita», ha dichiarato Miley. «Moda, cinema e musica originale convivono in armonia. Ogni collaboratore ha trasformato la fantasia in realtà».
E in effetti il cast creativo è di altissimo profilo: Alan Meyerson, noto per il sound design di colossal come Dune e Il cavaliere oscuro, firma il mix per le sale; Shawn Everett cura la produzione musicale, mentre Panos Cosmatos (regista di Mandy) contribuisce come produttore, accentuando il tono negli intenti visionario dell’opera.
Nel film, Cyrus si racconta senza filtri in ogni inquadratura, tra glamour e introspezione, abiti d’alta moda e scenografie fuori dal tempo. Non c’è tournée a supporto del disco: “Something Beautiful” è la tournée. In pellicola. Un viaggio interiore e artistico che mostra una popstar matura, capace di dominare linguaggi diversi e farli dialogare con autenticità. Alcuni potrebbero dire che non ci sia una vera narrazione che stia da sfondo al film, ma solo perché non considerano che il filo rosso è la musica del disco stesso (che suona ancora meglio nell’impianto di un cinema): questo film ne è la terza dimensione.
di Federico Arduini
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