Una notte al museo in compagnia dell’elettronica
Organizzando dj set nei musei più belli del Belgio, i Curtis Alto chiedono quell’attenzione che negli ultimi due anni è stata negata all’arte. Come quando il museo di Van Gohg si trasformò in un centro estetico…

Una notte al museo in compagnia dell’elettronica
Organizzando dj set nei musei più belli del Belgio, i Curtis Alto chiedono quell’attenzione che negli ultimi due anni è stata negata all’arte. Come quando il museo di Van Gohg si trasformò in un centro estetico…
Una notte al museo in compagnia dell’elettronica
Organizzando dj set nei musei più belli del Belgio, i Curtis Alto chiedono quell’attenzione che negli ultimi due anni è stata negata all’arte. Come quando il museo di Van Gohg si trasformò in un centro estetico…
Ascoltare un concerto di musica elettronica davanti a un’opera fiamminga? Si può fare, grazie all’idea ingegnosa venuta a tre fratelli – David, Mathias e Maxim Roelandt – che in Belgio si fanno chiamare i Curtis Alto. Un’iniziativa nata in risposta alle chiusure forzate di club e musei e che negli ultimi anni – sempre in osservanza delle leggi del momento – ha trovato ampi consensi. L’intento è quello di dare ossigeno, in un unico evento, a due settori messi in ginocchio dalla pandemia, accendendo i riflettori su un settore troppo spesso ignorato e bistrattato dalle amministrazioni. Ma la loro non è l’unica iniziativa pensata per rilanciare il mondo dell’arte: ad Amsterdam, per esempio, il museo di Van Gogh si è temporaneamente trasformato in centro estetico per poter continuare a rimanere aperto; in Italia, invece, il cantautore Cosmo ha provato a “sfidare” la pandemia con un concerto-blitz organizzato in pochi giorni, sfruttando una parentesi di grigio nelle norme anti-Covid. Il Belgio il successo dei Curtis è stato tale da essere diventato un festival di riferimento per gli appassionati della musica elettronica: Imagine, il suo nome. In attività dal 2014 e con alle spalle alcune date importanti come quella del famoso festival di elettronica (Tomorrowland di quattro anni fa), i fratelli Roelandt si distinguono per le loro performance pensate in ambientazioni da togliere il fiato. Da una cima innevata delle Alpi francesi al castello medievale dei conti di Fiandra, a Gent, i Curtis Alto concepiscono la loro musica in spazi ampi ed imponenti, come in un continuo dialogo tra la loro arte e quella che li circonda, siano essi elementi naturalistici o monumenti storici. I tre fratelli si confrontano con la location, compongono della nuova musica appositamente per essa, in uno scambio continuo in cui la musica cambia il luogo, e il luogo cambia la musica e la sua percezione. I loro concerti dal vivo hanno sempre giocato sull’appropriarsi dei luoghi riempiendoli di musica, in un crescendo di bassi e intensificarsi di luci che vanno a creare tutta l’atmosfera dei migliori dj set. Come loro stessi dichiarano, i live sono la loro forma di espressione più completa. “Non ascoltateci su Spotify, venite ai nostri shows” è il loro slogan. E così ampie scalinate, statue in marmo, giardini e fontane, aeroplani d’epoca e quadri, diventano un’opera unica con le composizioni dei Curtis Alto. Il tutto per ricordarci, e ricordare alle amministrazioni, che l’arte per essere viva deve essere vissuta. di Sara Tonini
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