“Yesterday”, sessant’anni dalla canzone da record composta nel sonno da Paul McCartney
“Yesterday”, sessant’anni dalla canzone composta nel sonno da Paul McCartney. La pubblicazione di uno dei brani più belli in assoluto dei Beatles – IL VIDEO
“Yesterday”, sessant’anni dalla canzone da record composta nel sonno da Paul McCartney
“Yesterday”, sessant’anni dalla canzone composta nel sonno da Paul McCartney. La pubblicazione di uno dei brani più belli in assoluto dei Beatles – IL VIDEO
“Yesterday”, sessant’anni dalla canzone da record composta nel sonno da Paul McCartney
“Yesterday”, sessant’anni dalla canzone composta nel sonno da Paul McCartney. La pubblicazione di uno dei brani più belli in assoluto dei Beatles – IL VIDEO
Sessant’anni solo all’anagrafe per una canzone senza tempo. Due minuti e poco più di assoluta magia. Paul McCartney avrebbe composto “Yesterday” nel sonno. La leggenda riporta ancora questa teoria, a distanza di decenni. L’82enne bassista dei Beatles si sarebbe destato con l’intera melodia pronta, come se l’avesse messa su carta mentre era a letto. D’altronde, McCartney rappresenta – se ne scrive al presente, perché i Beatles sono eterni – la melodia, l’armonia nella produzione dei Fab Four.
Il primo titolo di lavoro di “Yesterday” fu “Scrambled eggs” (Uova Strapazzate) che faceva rima con “I love your legs”. Il testo parla del ricordo di una persona che non c’è più, lo stesso McCartney non ha mai spiegato a chi si riferisse, per anni si è pensato fosse una canzone d’amore, sino alla spiegazione nella biografia dell’autore: era dedicata alla mamma, morta il 31 ottobre del 1956 quando Paul aveva 14 anni, anche se sempre Paul ha spiegato in un suo podcast “A Life in Lyrics” che il testo potrebbe in realtà riferirsi a una conversazione in cui ha messo in imbarazzo sua madre.
La pubblicazione di uno dei brani più belli in assoluto dei Beatles (ma la scelta è davvero complessa) – singolo più famoso dell’album “Help!” dei Fab Four, il quinto della loro produzione e il primo autenticamente stereofonico – è avvenuta esattamente 60 anni fa negli Stati Uniti e solo due mesi (in versione EP) dopo in Inghilterra, anche se McCartney l’eseguì in uno storico concerto dei Beatles all’ABC Theatre di Blackpool, nell’agosto del 1965.
E questo perché il quartetto di Liverpool era sbarcato un anno prima all’aeroporto JFK di New York, segnando il primo passo dell’invasione britannica che ebbe un grande impatto sulla cultura americana e anche perché il management dei Beatles preferì non commercializzare il 45 giri anche nel Regno Unito ritenendo che la canzone, che vedeva la sola presenza di Paul McCartney e di un quartetto d’archi, avrebbe potuto dare un’immagine distorta del sound del gruppo.
Negli Usa il brano finì per quattro settimane alla prima posizione nelle hit, vendendo oltre un milione di copie nelle prime cinque settimane, suonando anche all’Ed Sullivan Show. E pazienza se a Bob Dylan non piacesse, ritenendo il pezzo troppo sdolcinato – come “Michelle” dei Fab Four – anche se poi il leggendario cantautore statunitense registrerà poi – senza mai pubblicarla – anche una versione di “Yesterday” con George Harrison. Tra l’altro, esistono oltre duemila cover del brano, compresa una di Elvis Presley del 1970. Pare che John Lennon, Harrison e Ringo Starr ci abbiano messo un bel po’ per rimuovere il loro veto alla pubblicazione. Che poi è arrivata, scrivendo un altro pezzo di storia.
Di Nicola Sellitti
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