Quelli che… ma Zelensky a Sanremo
Zelensky ospite in collegamento a Sanremo ha sollevato un grande dibattito con tanto di Controfestival già annunciato

Quelli che… ma Zelensky a Sanremo
Zelensky ospite in collegamento a Sanremo ha sollevato un grande dibattito con tanto di Controfestival già annunciato
Quelli che… ma Zelensky a Sanremo
Zelensky ospite in collegamento a Sanremo ha sollevato un grande dibattito con tanto di Controfestival già annunciato
«Creda a me, non creda a nulla». L’Italia, in occasione della guerra d’invasione russa in Ucraina, si sta comportando (sin dall’inizio) con razionalità e coerenza, tenendo fermo un principio cardine della democrazia: la sovranità territoriale di uno Stato è inviolabile e un esercito straniero non può sconfinarvi a suo piacimento. Per questo, osservando il crescere nel nostro Paese del dibattito sulla presenza (virtuale) al Festival di Sanremo del presidente ucraino Zelensky, colpisce il talk da avanspettacolo – anche in senso letterale, poiché si tiene diverse settimane prima dello show – che ne è scaturito. Con tanto di Controfestival annunciato dai contrari alla guerra (chi per principio non lo è?) ma soprattutto all’invio di armi all’Ucraina: questione meno ideale e assai più concreta, perché riguarda la realtà dell’invasione russa e il diritto a difendersi di Kiev e dell’intero popolo ucraino.
Ecco allora che le parole di Leo Longanesi, messe come incipit di questa nota, diventano uno specchio che ci riguarda un po’ tutti: perché mai una questione terribilmente seria, come la guerra tornata nel cuore stesso dell’Europa, dev’essere agganciata al dibattito attorno a un Festival? Chi è contrario all’intervento di Zelensky a Sanremo non lo ascolti (esiste il telecomando) oppure prima lo ascolti e poi, se crede, lo critichi anzichésperare in una censura dell’ultimo minuto che magari cancelli la sua presenza, e via con altre polemiche. Fin che la barca va.
di Massimiliano LenziLa Ragione è anche su WhatsApp. Entra nel nostro canale per non perderti nulla!
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