Aggrappati a Sinner
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                Da esule a eroe in Davis in meno di tre ore. La metamorfosi di Jannik the Winner, che porta quasi da solo l’Italia in semifinale
        
        		
				
	
		
	
		
        
	
		
	
		
        
        
    
Aggrappati a Sinner
Da esule a eroe in Davis in meno di tre ore. La metamorfosi di Jannik the Winner, che porta quasi da solo l’Italia in semifinale
        
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Aggrappati a Sinner
Da esule a eroe in Davis in meno di tre ore. La metamorfosi di Jannik the Winner, che porta quasi da solo l’Italia in semifinale
        
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AUTORE: Nicola Sellitti
Da esule a eroe in Davis in meno di tre ore. E’ la metamorfosi di Jannik the Winner, che porta quasi da solo l’Italia in semifinale. E’ stato infatti Sinner, in un pomeriggio divenuto assai complesso per l’inattesa sconfitta di Arnaldi con un modesto olandese, a riscrivere la sceneggiatura vincente nella sfida con i modesti orange. Il numero quattro al mondo ha prima travolto in due set – con un po’ di sofferenza nel primo parziale – il numero due olandese Griekspoor, per poi tornare in campo dopo 20 minuti e piazzare l’acuto vincente, in doppio con Lorenzo Sonego. 
Due set a zero, un’esibizione spaziale quella di Jannik, sostenuta da Sonego in versione secondo violino: preciso, presente quando contava e capace di seguire l’onda prodotta dal campione italiano. Che non è un doppista, che non lo sarà mai per scarsa inclinazione, che gioca poco in doppio, ma che in questo momento mostra un ritmo e una pesantezza di palla che ha investito la coppia orange. Anche l’esperto Koolhof, uno che ha vinto prove dello Slam in doppio ed è quindi profondo conoscitore della materia, nulla ha potuto contro la potenza di Sinner, leader assoluto della squadra italiana. E non è un dettaglio da poco, tenendo conto che spesso negli ultimi tempi aveva scelto di saltare gli impegni in Davis per dedicarsi al suo percorso di crescita tecnica e fisica. 
E se alle Atp Finals il pubblico italiano gli aveva già condonato le assenze passate in Davis, ora Jannik è il condottiero di una nazionale che ha scherzato con il fuoco: per primo il commissario tecnico Volandri, con la scelta su Arnaldi (che ha avuto in ogni un match point, prima di perdere l’incontro in tre set), piuttosto che affidarsi allo stesso Sonego, più che a Musetti, piuttosto in ombra negli ultimi mesi. Ora poco conta, comunque: Jannik e l’Italia puntano verso l’Insalatiera e sulla strada dovrebbe esserci la Serbia, a breve in campo sempre a Malaga contro la Gran Bretagna: insomma, sarà di nuovo Sinner contro Djokovic, la terza sfida in dieci giorni. E forse anche la più attesa. 
Di Nicola Sellitti 
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