Cambio di racchette a Torino
| Sport
Difficile capire se prevale la tristezza per l’infortunio di Berrettini o la gioia per Sinner. Di sicuro, adesso il tennista ventenne sogna l’impresa: accedere alle semifinali delle Atp Finals.

Cambio di racchette a Torino
Difficile capire se prevale la tristezza per l’infortunio di Berrettini o la gioia per Sinner. Di sicuro, adesso il tennista ventenne sogna l’impresa: accedere alle semifinali delle Atp Finals.
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Cambio di racchette a Torino
Difficile capire se prevale la tristezza per l’infortunio di Berrettini o la gioia per Sinner. Di sicuro, adesso il tennista ventenne sogna l’impresa: accedere alle semifinali delle Atp Finals.
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Lo sport è quel mondo parallelo dove talvolta le emozioni e le circostanze della vita ‘normale’ accelerano a ritmi impensabili in altri contesti. Pensate al balletto di emozioni contrastanti fra Matteo Berrettini e Jannik Sinner. L’Italia del tennis è arrivata alla prima edizione torinese delle Atp Finals coccolando il suo numero uno, stabilmente nella Top 10 da oltre un anno e storico finalista di Wimbledon la scorsa estate.
Era logico puntare su questo ragazzone, arrivato alla piena maturità tecnica e psicologica, come dimostrato proprio sulla leggendaria erba londinese. Il tempo di un set ed ecco il più beffardo degli ‘incubi’ sportivi, con la schiena che fa crack e il forzato addio al torneo dei sogni. In casa.
Al suo posto, primo degli esclusi in quella che viene chiamata la ‘Race to Turin’ – i fortunati casi della vita – un altro azzurro, Jannik Sinner, il fenomenale ventenne già Top 10. Novello Giulio Cesare, l’altoatesino ha firmato il più classico e spettacolare dei veni, vidi, vici.
Avversario liquidato con un doppio 6-2 e ora addirittura il sogno – se questa sera riuscisse nell’impresa di battere il numero due al mondo Medvedev e arrivassero grandi notizie dall’altro match del girone – di approdare alle semifinali delle Atp Finals. Lui, spettatore/riserva fino a 48 ore fa. Che fare, gioire con Sinner o intristirsi per Berrettini? Impossible scegliere, ma soprattutto sbagliato (e destinato a fallimento) moderare le emozioni. Il sogno di Jannik è il nuovo sogno dell’Italia dello sport.
di Diego de la Vega
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