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C’è una Ferrari che vince: terzo trionfo di fila a Le Mans. Kubica commuove

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Le due corse automobilistiche più famose al mondo sono la 500 Miglia di Indianapolis e la 24 Ore di Le Mans. Quest’ultima – senza dimenticare il Gran Premio di Formula 1 di Montecarlo, terzo gioiello della corona – viene vinta da tre anni dalla Ferrari

C’è una Ferrari che vince: terzo trionfo di fila a Le Mans. Kubica commuove

Le due corse automobilistiche più famose al mondo sono la 500 Miglia di Indianapolis e la 24 Ore di Le Mans. Quest’ultima – senza dimenticare il Gran Premio di Formula 1 di Montecarlo, terzo gioiello della corona – viene vinta da tre anni dalla Ferrari

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C’è una Ferrari che vince: terzo trionfo di fila a Le Mans. Kubica commuove

Le due corse automobilistiche più famose al mondo sono la 500 Miglia di Indianapolis e la 24 Ore di Le Mans. Quest’ultima – senza dimenticare il Gran Premio di Formula 1 di Montecarlo, terzo gioiello della corona – viene vinta da tre anni dalla Ferrari

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Le due corse automobilistiche più famose al mondo sono la 500 Miglia di Indianapolis e la 24 Ore di Le Mans. Quest’ultima – senza dimenticare il Gran Premio di Formula 1 di Montecarlo, terzo gioiello della corona – viene vinta da tre anni dalla Ferrari.

Tornata proprio tre anni fa nel mondo dell’endurance, per rinverdire i fasti degli anni Sessanta. Quando il cavallino infiammava le folle in giro per il mondo nelle leggendarie sfide alla Ford e non solo.

Avete letto bene, a Le Mans da tre anni vince la Ferrari – quest’anno regolarmente presa a ceffoni sulle piste di Formula 1 – mettendo in fila il gotha dell’automobilismo sportivo e delle grandi case automobilistiche.

Ieri ha addirittura sfiorato una clamorosa tripletta. Piazzandosi al primo e al terzo posto e mancando il podio tutto rosso-tricolore solo per dei banali errori di guida.

Seconda, ma mai in grado di impensierire la gialla numero 83 del cavallino, si è piazzata la Porsche. Scusate se è poco.

Simbolo assoluto del trionfo e pilota di punta del team sul circuito della Sarthe è stato Robert Kubica, accompagnato da Hanson e Ye. Grande e sfortunatissimo pilota polacco che in Formula 1 avrebbe potuto fare sfracelli. Se non si fosse sfracellato lui, Kubica si è quasi ammazzato in una serie di incidenti di incredibile gravità fra F1 e rally. In quest’ultimo caso, Robert ha visto la morte in faccia e ne è uscito gravemente menomato.

Quella di Kubica è una storia terribile e meravigliosa. Fatta di volontà, passione senza sconti, desiderio di dimostrare a se stesso e al mondo di poter ancora essere pilota – e che pilota – nonostante tutti i limiti fisici conseguenti agli spaventosi incidenti di cui sopra.

Una storia nella storia. Oltretutto alla guida di una Ferrari “privata”. Gestita dal piacentino team satellite AF che ha fatto volare la 499P come e più delle due vetture ufficiali schierate da Maranello.

Nessuna banalizzazione: la Formula 1 è la Formula 1 e l’endurance è l’endurance, ma se nel Mondiale più famoso al mondo la Ferrari mangia la polvere e in quello comunque ad altissima competitività delle gare di durata è davanti a tutti, forse sarebbe il caso di porsi delle domande su uomini e organizzazione.

Poi c’è il carisma di un uomo come Kubica, la sua gioia misurata nel giorno della definitiva rinascita, ma non è certo il carisma a mancare nella Rossa di F1, avendo gente come Leclerc e Hamilton. Forse è il problema sta nel manico, quello che nelle Hypercar per Le Mans ha fatto miracoli e in Formula 1 nel manico ultimamente al massimo ci ciurla.

di Fulvio Giuliani

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