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Coppa Davis: vincono Berrettini e Sinner, l’Italia vola in finale!

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L’Italia passa il turno contro l’Australia. Prima Matteo Berrettini rimonta a batte in tre set Thanasi Kokkinakis, poi Jannik Sinner vince in due set contro Alex De Minaur

Coppa Davis: vincono Berrettini e Sinner, l’Italia vola in finale!

L’Italia passa il turno contro l’Australia. Prima Matteo Berrettini rimonta a batte in tre set Thanasi Kokkinakis, poi Jannik Sinner vince in due set contro Alex De Minaur

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Coppa Davis: vincono Berrettini e Sinner, l’Italia vola in finale!

L’Italia passa il turno contro l’Australia. Prima Matteo Berrettini rimonta a batte in tre set Thanasi Kokkinakis, poi Jannik Sinner vince in due set contro Alex De Minaur

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Jannik fa Jannik, travolge in due set (6-3, 6-4) Alex De Minaur – come lo scorso anno in finale – e spedisce l’Italia alla seconda finale in fila di Coppa Davis (contro l’Olanda), che gli azzurri hanno vinto in due occasioni, nel 2023 e nel 1976. Sinner ha lasciato tutti con gli occhi aperti per la solita, impressionante, esibizione di forza, per quella pallina che viaggia a una velocità insostenibile anche per il numero uno australiano che è in ogni caso uno dei top ten (numero 9, best ranking al numero 6), ma se l’Italtennis è all’atto conclusivo contro l’Olanda, lo si deve soprattutto a Matteo Berrettini.

È il romano, ex numero sei al mondo, a uscire da una profonda buca che gli aveva scavato con grande perizia l’australiano Thanasi Kokkinakis, l’asso che il capitano degli aussies, l’ex numero uno al mondo e vincitore di prove del Grand Slam Lleyton Hewitt, si era riservato per il gran finale di Davis. Berrettini ha saputo rialzarsi dalle occasioni perdite nel primo set (tre set point), mentre l’australiano mostrava al pubblico perché era un talento quasi al livello del suo grande amico Nick Kyrgios, per poi perdersi per i tanti infortuni. Un tennis spaziale, quello di Kokkinakis, tra accelerazioni profondissime e un servizio quasi perfetto. Ha giocato da top ten sino alla fine del secondo set, poi la storia è cambiata e soprattutto va sottolineata una costante in Berrettini: vinca o perda, Matteo non esce quasi mai dalla partita e raramente il braccio trema sotto pressione. Così ha ricomposto il puzzle della partita, salendo di rendimento nel terzo parziale, dove ha servito il 91% di prime palle, un asset essenziale nel gioco del tennista azzurro.

E’ accaduto per fortuna anche sul cemento di Malaga, spalancando la strada verso la finalissima di domani. Gli azzurri si ritrovano gli olandesi, già affrontati nel girone di qualificazione per la Final 8, a Bologna. E ci arrivano da favoriti d’obbligo, con il numero uno al mondo che davvero dà la sensazione di non poter perdere in questo periodo. La finale però va giocata, gli olandesi hanno battuto in semifinale la Germania, senza Zverev, in vacanza alle Maldive. Invece Jannik è qui. E si sente.

di Nicola Sellitti

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