“La scelta di Criscito vale più di 20 gol”, parola di Cristiano Lucarelli
Più dei soldi potè l’amore. Lo storico capitano del Livorno Cristiano Lucarelli commenta la scelta di Criscito di tornare al Genoa per 2.000 euro al mese
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“La scelta di Criscito vale più di 20 gol”, parola di Cristiano Lucarelli
Più dei soldi potè l’amore. Lo storico capitano del Livorno Cristiano Lucarelli commenta la scelta di Criscito di tornare al Genoa per 2.000 euro al mese
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Più dei soldi potè l’amore. Lo storico capitano del Livorno Cristiano Lucarelli commenta la scelta di Criscito di tornare al Genoa per 2.000 euro al mese
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Più dei soldi potè l’amore. Lo storico capitano del Livorno Cristiano Lucarelli commenta la scelta di Criscito di tornare al Genoa per 2.000 euro al mese
È di pochi minuti fa la notizia dell’arresto di Daniel Alves e dei due giocatori del Livorno Federico Apolloni e Mattia Lucarelli per violenza sessuale. Solo tre giorni fa abbiamo sentito il padre di quest’ultimo, la leggenda amaranto Cristiano Lucarelli su una bella storia di calcio.
Rinunciare a 208mila euro al mese (più bonus) per guadagnarne 2.274. Non è una storia d’altri tempi ma la scelta che ha fatto Mimmo Criscito pochi giorni fa, tornando a giocare per la quinta volta nel Genoa. Il terzino sinistro – classe 1986 – ha lasciato dopo appena sei mesi la squadra canadese del Toronto F.C. per raggiungere quella che per lui «è sempre stata casa». L’obiettivo dichiarato dell’ex capitano rossoblù è infatti quello di chiudere la carriera quest’anno dopo aver contribuito all’immediata risalita del Genoa in serie A. Una storia che colpisce, soprattutto a un mese di distanza dall’opulento Mondiale in Qatar e a poche settimane dalla firma di Cristiano Ronaldo per l’Al-Nassr, che frutterà all’ex campione del Real Madrid circa 16,6 milioni di euro al mese (per un totale di 200 milioni l’anno, tenuto conto del suo ruolo di ambasciatore del calcio arabo).
La scelta di Criscito ricorda quelle di Damiano Tommasi, oggi sindaco di Verona, e di Cristiano Lucarelli, allenatore della Ternana fino allo scorso novembre. Il primo, dopo un grave infortunio, nel 2005 chiese al presidente Sensi di farlo tornare a giocare con la “sua” Roma: il motorino del centrocampo che quattro anni prima aveva vinto lo storico Scudetto si accontentò di 1.500 euro al mese, l’allora minimo sindacale.
Il secondo prima rifiutò nel 2003 un contratto da un miliardo di lire propostogli dal Torino, preferendo indossare i colori della sua Livorno (una storia che descriverà nel libro “Tenetevi il miliardo”, scritto insieme al giornalista Carlo Pallavicino). Scelta ribadita tre anni dopo, quando sempre per lo stesso motivo rifiutò di accasarsi allo Zenit San Pietroburgo per circa 3 milioni di euro a stagione. Storie di calcio autentico, di maglie che diventano una seconda pelle.
«Per me scegliere è stato molto semplice» ci spiega lo storico bomber e capitano amaranto. «Sono tifoso del Livorno da quando avevo appena sei mesi e come tale ho scelto di restare per portarlo ad alti livelli». Le sue parole raccontano di un calcio ignorato dai media e dall’opinione pubblica, fatto di passione e sacrifici: «Quando si pensa al calciatore si pensa sempre alle Ferrari, alle ville, al lusso. Invece per la stragrande maggioranza dei professionisti la realtà è molto diversa» spiega Lucarelli. «In Serie B e in Serie C molti calciatori guadagnano anche meno di Criscito, che sicuramente non è un giocatore da cadetteria. Eppure nell’immaginario dei tifosi si continua a parlare solo di una ristrettissima minoranza che guadagna milioni».
Proprio per questo «Criscito ha fatto un bellissimo gesto che ci si augura venga ripetuto. La gente ha bisogno di queste azioni, il tifoso si nutre di queste scelte. Certo, è sempre più difficile che accadano ma per il bene del calcio mi auguro non rimangano isolate. Abbiamo bisogno di belle storie».
Criscito, Tommasi, Lucarelli. Esempi di un calcio che non guarda innanzitutto tutto ai quattrini. «Per come lo interpreto io – conclude Lucarelli – un gesto come quello di Criscito vale più di 20 gol. Nella mia carriera ho segnato tanto, ma ciò che mi ha dato più soddisfazione è l’aver rifiutato milioni di euro pur di poter continuare a difendere i colori che ho sempre amato. È soltanto in questo modo che possiamo dimostrare quanto nel calcio ci siano ancora dei valori sinceri, non negoziabili».
Di Giovanni Palmisano
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