De Bruyne, il Napoli e la maglia numero 10 che non si tocca
È stata di grande sorpresa l’espressione di Kevin De Bruyne – il nuovo asso del Napoli – quando, al primo giorno di allenamento del club azzurro ha indossato la divisa con il numero 10 scritto sui pantaloncini e sui bordi della maglietta
De Bruyne, il Napoli e la maglia numero 10 che non si tocca
È stata di grande sorpresa l’espressione di Kevin De Bruyne – il nuovo asso del Napoli – quando, al primo giorno di allenamento del club azzurro ha indossato la divisa con il numero 10 scritto sui pantaloncini e sui bordi della maglietta
De Bruyne, il Napoli e la maglia numero 10 che non si tocca
È stata di grande sorpresa l’espressione di Kevin De Bruyne – il nuovo asso del Napoli – quando, al primo giorno di allenamento del club azzurro ha indossato la divisa con il numero 10 scritto sui pantaloncini e sui bordi della maglietta
La 10? Solo in allenamento. Quel numero nelle competizioni ufficiali non si tocca. E’ inviolabile come il Sacro Graal. E’ un patrimonio collettivo da tutelare, una memoria da tramandare. Ed è stata di grande sorpresa l’espressione di Kevin De Bruyne, nuovo asso del Napoli, al primo giorno di allenamento del club azzurro. Per il belga è stata preparata la nuova divisa da training del Napoli con il numero dieci sui pantaloncini e sui bordi della maglietta. Le foto diffuse dal club hanno prodotto un tam tam immediato sui social. E subito si è generato un senso di privazione tra i tifosi del Napoli. Il numero 10 di Diego Maradona sulle spalle di De Bruyne? Sacrilegio.
De Bruyne e la maglia numero 10. È scoppiato un caso che caso non era
E’ stato il Napoli a far rientrare immediatamente un caso che non c’era. La maglia numero 10 del Napoli è stata ufficialmente ritirata nell’estate 2000 come tributo nei confronti di Maradona, che l’aveva indossata dal 1984 al 1991. Tuttavia, a causa del regolamento che imponeva l’utilizzo dei vecchi numeri dall’1 all’11, la casacca venne ristampata tra il 2004 e il 2006. Quando il club campano giocava in Serie C1.
De Bruyne, il Napoli e la n. 10 (e non solo). Non tutti sono d’accordo con la decisione di ritirare le maglie
Sottolineando che il caso Maradona è unico al mondo, perché Napoli ne culla e protegge il mito come fosse un bimbo che cade di continuo prima di riuscire a camminare sulle sue gambe, ci sono altri casi illustri nel calcio italiano. Al Milan non si gioca con la numero 6 di Franco Baresi e il 3 di Paolo Maldini. All’Inter con il 3 di Giacinto Facchetti e il 4 di Javier Zanetti. Ancora, tra i vari casi, al Cagliari è patrimonio isolano il numero 11 di Gigi Riva. Mentre alla Fiorentina è stato ritirato il numero 13 del povero Davide Astori.
Non tutti sono concordi al ritiro delle maglie. E’ un’opinione anche condivisibile, perché spesso diventa un puro esercizio liturgico così si spezza il sogno dei ragazzi di indossare un giorno la numero 10 di Totti, il 3 di Maldini o la 10 di Maradona.
Ma è anche uno degli ultimi appigli all’identità di un club, di una squadra, nell’era dello sport che tutto consuma in pochi mesi – altro che anni – dove la relazione identitaria tra i tifosi e i calciatori ormai è alle spalle. La cura e l’appiglio al passato come antidoto al presente e al futuro. Forse più asettico e orientato verso il business (ma ci arriverà anche l’Europa del calcio, prima o poi), lo sport americano vive uno dei suoi momenti più alti alle cerimonie di ritiro delle maglie.
E non solo nel calcio
Nella Nba le casacche vengono ritirate alla presenza dell’atleta, dei suoi familiari, dei suoi mentori e di altri atleti che hanno fatto la storia di quella franchigia. Il banner viene posto in alto nel palazzetto dello sport, è visibile a tutti in ogni partita. E’ l’eredità visiva del passato. Si pensi al numero 23 di Michael Jordan, al palazzetto dei Chicago Bulls, oppure al 32 di Magic Johnson al palazzetto dei Los Angeles Lakers. Nella lega del basket americano c’è poi il caso del ritiro della maglia numero 6 che è stata di Bill Russell, asso dei Boston Celtics e figura iconica della Nba. Quel numero non è utilizzato da nessuna franchigia. Nella Major League Baseball, il numero 42 di Jackie Robinson è stato ritirato da tutte le squadre del campionato per omaggiare il primo giocatore afroamericano nel campionato.
di Nicola Sellitti
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