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Del Piero Presidente Federcalcio, più di un rumor

I rumors sulla possibile candidatura alla presidenza della Figc di Alessandro Del Piero sono sempre più frequenti

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Del Piero Presidente Federcalcio, più di un rumor

I rumors sulla possibile candidatura alla presidenza della Figc di Alessandro Del Piero sono sempre più frequenti

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Del Piero Presidente Federcalcio, più di un rumor

I rumors sulla possibile candidatura alla presidenza della Figc di Alessandro Del Piero sono sempre più frequenti

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I rumors sulla possibile candidatura alla presidenza della Figc di Alessandro Del Piero sono sempre più frequenti

Ha 50 anni, è estremamente preparato, è un conoscitore del mondo, è una leggenda del calcio italiano. E, non guasta affatto, è tetragono a certe atmosfere rarefatte del palazzo, al sistema di legami che impedisce la rivoluzione che serve al football di casa nostra. I rumors sulla candidatura alla presidenza della Figc di Alessandro Del Piero sono sempre più frequenti. Il nome circola, le anticipazioni di alcuni quotidiani (Tuttosport, La Repubblica) sono veritiere, l’ex numero 10 della Juventus non avrebbe chiuso la porta a un’avventura senza dubbio affascinante quanto complicata. Anzi, Del Piero potrebbe annunciare a stretto giro la sua ambiziosa corsa. Come sciogliere i lacci e lacciuoli che tengono ingarbugliato il nostro calcio? Le elezioni sono fissate per il 3 febbraio e la deadline per le candidature al trono è al 25 dicembre (40 giorni prima del voto), ossia quando il presidente uscente, Gabriele Gravina, dovrebbe conclamare la sua nuova corsa, a cui sta lavorando da tempo, seppur non appoggiata dalle varie anime. Non è gradito, eufemismo, a una parte dei presidenti di club della Lega di A e a una fetta della potente associazione degli arbitri, componenti del mosaico che porta alla scelta finale.

Appare certo invece che Del Piero potrebbe contare sul voto dell’Associazione dei calciatori. Perché è un nome iconico, certo ingombrante, ma che ha sempre goduto di stima e rispetto. Chi non voterebbe per Del Piero? I voti dei calciatori servirebbero eccome, così come quelli della Lega di A, per vincere – un colosso anche mediatico come Alex Del Piero non si muove senza possibilità concrete di vincere – vanno accorpati voti da tutte le voci. E Gravina negli ultimi mesi, dopo aver fatto svanire i bollenti spiriti per la fallimentare missione azzurra a Euro 2024, si è seduto al tavolo tessendo nuovamente la tela del potere, con Giancarlo Abete confermato al vertice della lega dilettanti, poi accumulando consensi tra la Lega di C e su una buona base dell’Assocalciatori. Soprattutto, Gravina nei giorni scorsi ha saputo respingere l’emendamento Mulè che avrebbe dovuto dare più potere alla Lega Calcio.

Per ora Del Piero è apprezzato commentatore televisivo, è tornato a vivere in Europa dopo qualche anno a Los Angeles. Insomma, è pronto, lo juventinismo è annacquato dai Mondiali vinti in azzurro nel 2006, sarebbe l’unica tra le poche leggende del calcio italiano a sedersi a una poltrona che realmente conta, è una figura spendibile con le idee giuste per far ripartire la macchina-calcio in Italia, in avaria da anni. Su quali idee? Il calcio ai calciatori, meno ai politicanti del pallone, più potere alla Lega di A, meno alla lega Dilettanti e una valorizzazione diversa del brand Serie A a livello internazionale. E’ questo il disegno su cui conterebbero gli sponsor di Del Piero: da Lotito a De Laurentiis, gli anti-Gravina per eccellenza. La candidatura di Del Piero, chissà, potrebbe anche indurre Gravina a recedere dal suo ennesimo tentativo di piazzarsi al potere, nonostante un paio di qualificazioni mondiali fallite dall’Italia (ma nel conto ci va anche Euro 2020 vinto dagli azzurri): misurarsi a livello di popolarità con Del Piero sarebbe imbarazzante per il presidente in carica. Non resta che attendere.

Di Nicola Sellitti

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