Due anni senza Kobe Bryant
2 anni fa il tragico incidente in elicottero che costò la vita a Kobe Bryant, alla figlia 13enne Gianna e ad altre sette persone. Una stella del basket che non verrà mai dimenticata. E intanto alla moglie Vanessa viene richiesta la perizia psichiatrica.
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Due anni senza Kobe Bryant
2 anni fa il tragico incidente in elicottero che costò la vita a Kobe Bryant, alla figlia 13enne Gianna e ad altre sette persone. Una stella del basket che non verrà mai dimenticata. E intanto alla moglie Vanessa viene richiesta la perizia psichiatrica.
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2 anni fa il tragico incidente in elicottero che costò la vita a Kobe Bryant, alla figlia 13enne Gianna e ad altre sette persone. Una stella del basket che non verrà mai dimenticata. E intanto alla moglie Vanessa viene richiesta la perizia psichiatrica.
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2 anni fa il tragico incidente in elicottero che costò la vita a Kobe Bryant, alla figlia 13enne Gianna e ad altre sette persone. Una stella del basket che non verrà mai dimenticata. E intanto alla moglie Vanessa viene richiesta la perizia psichiatrica.
Nonostante siano passati 2 anni dal tragico incidente in elicottero che costò la vita a Kobe Bryant e alla figlia 13enne Gianna, continua a non esserci pace per la famiglia Bryant, in particolare per la moglie Vanessa Laine.
Stando a quanto sostiene Laine, ex modella 39enne, sarebbero state scattate foto dopo l’incidente e fatte circolare in ambienti inappropriati, come ad esempio locali e bar, a causa del comportamento scorretto di poliziotti e vigili del fuoco, accusati di aver fatto quelle fotografie una volta giunti sul luogo della tragedia e di averle poi diffuse impropriamente.
“Se i loro vestiti sono rappresentativi delle condizioni dei loro corpi, non posso immaginare come qualcuno possa essere così perfido a diffondere le immagini come se fossero animali sulla strada”, le parole di Vanessa ricordando quei terribili momenti.
La vedova ha fatto causa alla contea di Los Angeles chiedendo un risarcimento per lo stress emotivo dovuto proprio alla circolazione di quelle foto, anche sul web. È tuttora in corso un processo. Vanessa Laine si è detta indignata e scioccata riguardo il fatto increscioso delle immagini circolate e, proprio per tale motivo, ha chiesto danni per “negligenza, disagio emotivo e violazione della privacy”. Di risposta, la contea ha richiesto un esame psichiatrico per Vanessa. Il motivo? Valutare e dimostrare che, probabilmente, i gravi disturbi emotivi e mentali siano stati causati dal tragico incidente e non dalla condotta delle forze dell’ordine.
A seguito della decisione di ricorrere alla perizia psichiatrica, gli avvocati della moglie di Kobe si sono espressi molto duramente: “Quando i servitori pubblici violano la privacy e i diritti costituzionali dei cittadini che hanno giurato di difendere, le vittime devono lottare all’inverosimile per cercare giustizia. È una richiesta crudele”. La rabbia e il dissenso della donna e degli avvocati sono più che comprensibili ma stando alla legge, se Vanessa Laine dice di aver subito un danno psicologico, questo deve essere necessariamente provato.
Tutto ciò però non deve far passare in secondo piano la pubblicazione di fotografie che mostravano i resti delle vittime. Alla scusa che si trattava solo di un diritto di “cronaca” non ci crede nessuno.
Il racconto del tragico incidente
9:06 PDT (ora legale del Pacifico), aeroporto della Contea di Orange-John Wayne, California. Kobe Bryant, la figlia Gianna e altre sette persone decollano a bordo dell’elicottero Sikorsky S-76B marche N72EX di proprietà del cestista. Nessuno avrebbe potuto immaginare che quel volo non sarebbe mai arrivato a destinazione. Il velivolo precipita poco dopo poiché, a causa della fitta nebbia, il pilota, a cui era stato “legalmente vietato” di volare attraverso la copertura nuvolosa, avrebbe perso il riferimento visivo della linea d’orizzonte, verso le 9:47, a Calabasas (California) schiantandosi e prendendo fuoco. L’incendio viene spento alle 10:30 ma non c’è più nulla da fare: tutti sono morti. Quel 26 gennaio 2020, per vari motivi, tantissime persone si ricordano esattamente il luogo in cui si trovavano al momento di essere venuti a conoscenza della tragica notizia. Un evento improvviso che ha colto tutti di sorpresa: ma è vero che Kobe Bryant è morto? Siamo sicuri che non sia una delle solite fake news che si fanno sui vip? Queste le domande più frequenti che la gente, sui social e non solo, si è posta. La risposta, purtroppo, era solo una: sì, Bryant era veramente morto a soli 41 anni lasciando la moglie e 3 figlie. Da quegli interrogativi iniziali, si arriva poi a porne di altri chiedendosi il come e il perché fosse avvenuto quello schianto fatale.Kobe Bryant: una leggenda del basket
Il “Black Mamba” (“il serpente nero”) questo il soprannome di Kobe, rimarrà per sempre nella mente dei fan appassionati di basket e non. Bryant non era solo una leggenda sportiva ma molto di più. Idolo di un’intera generazione e fonte di ispirazione, saltava, si elevava in un modo unico e schiacciava a canestro con una forza che solo lui aveva. Non c’era modo di fermarlo e quel 22 gennaio 2006, giorno in cui riuscì a realizzare ben 81 punti in un’unica partita quando i “suoi” Lakers asfaltarono i Raptors, è solamente uno dei tanti esempi di una carriera colma di vittorie. Ma nella vita di Kobe, piena di luci e successi, c’è stata anche un’ombra, grande e scura: l’accusa di stupro. È il 4 luglio 2003 quando Bryant viene arrestato. Una ragazza di 19 anni, che lavora all’Hotel Cordillera di Edwards, in Colorado, lo accusa di averla violentata. Kobe confessa di aver avuto un rapporto con lei ma nega fin da subito la violenza. Le udienze si concludono successivamente il 27 agosto 2004 con un processo che vede il ritiro delle accuse da parte dei legali della ragazza. Tornando al basket, in particolare ai Lakers, squadra del cuore di Kobe in cui giocò dal 1996 al 2016, la NBA (National Basketball Association – la principale lega professionistica di pallacanestro di Stati Uniti d’America e Canada) non è più la stessa da quel giorno. Kobe era e rimane tuttora una leggenda di questo sport. Ci piace credere che Kobe Bryant si sia elevato più del solito e magari si stia preparando a fare una delle sue più spettacolari schiacciate a canestro. di Filippo MessinaLa Ragione è anche su WhatsApp. Entra nel nostro canale per non perderti nulla!
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Tag: basket
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