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Gabriele Volpi lascia la Pro Recco

Gabriele Volpi ha vinto tutto ciò che è umanamente possibile vincere e anche di più. Ora, l’imprenditore lascia ufficialmente la gestione della Pro Recco

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Gabriele Volpi ha vinto tutto ciò che è umanamente possibile vincere e anche di più. Ora, l’imprenditore lascia ufficialmente la gestione della Pro Recco

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Gabriele Volpi lascia la Pro Recco

Gabriele Volpi ha vinto tutto ciò che è umanamente possibile vincere e anche di più. Ora, l’imprenditore lascia ufficialmente la gestione della Pro Recco

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Gabriele Volpi ha vinto tutto ciò che è umanamente possibile vincere e anche di più. Ora, l’imprenditore lascia ufficialmente la gestione della Pro Recco

Gabriele Volpi e il gruppo Orlean Invest lasciano la gestione della Pro Recco di pallanuoto, il club più titolato al mondo fra tutti gli sport di squadra. Risultato raggiunto grazie agli irripetibili anni della gestione dell’imprenditore nato a una manciata di bracciate da punta Sant’Anna, dove la Pro Recco ha vinto tanti dei suoi trofei.

Volpi da anni vive lontano dall’Italia e i suoi interessi imprenditoriali e professionali sono concentrati all’estero, con la sola rilevante eccezione della Pro Recco, fino a ieri.

Nasce giocatore di pallanuoto, lanciato in mare senza troppi complimenti da piccolissimo – come era tradizione a quell’epoca – con gli anziani del luogo a osservare la prima reazione e a sentenziare senza grandi possibilità d’appello: «Questo è buono, questo non è buono». La vita lo ha portato a girare in lungo e in largo il mondo, a farsi assorbire da un’avventura professionale dalle dimensioni del tutto impronosticabili nel mondo iperspecializzato della logistica legata all’oil & gas.

Quando decise di tornare a occuparsi della Pro Recco lo fece alla sua maniera, con l’obiettivo di costruire qualcosa che prima non si era mai visto in questo piccolo e nobile sport e di regalare al paese natale ciò che finalmente poteva. Gabriele Volpi ha vinto tutto ciò che è umanamente possibile vincere e anche di più. Importante, ma non quanto l’intima soddisfazione di aver segnato un ‘prima’ e un ‘dopo’ di un’intera disciplina.

Molti hanno semplificato e in qualche misura banalizzato le vittorie legandole solo ai soldi.
Quando chiunque conosca lo sport è perfettamente cosciente che i mezzi finanziari in quanto tali non garantiscono nulla. Gabriele Volpi sa che nello sport – come nel business – chi raggiunge la cima è circondato da eserciti di lacché pronti a trasformarsi in avvoltoi alla prima caduta. Le vittorie della Pro Recco, così, hanno finito per generare un fenomeno paradossale: indifferenza in chi crede che i denari possano sopperire all’impegno e al sacrificio nello sport e un crescente fastidio in chi avrebbe voluto tanto veder terminare questa apparentemente infinita serie di successi.

Perché le vittorie altrui sono il più formidabile stimolo per la testa e il cuore di chi abbia dei valori da mettere in campo e al contempo una potentissima spinta a fabbricarsi scuse in chi non ce la fa e non si attrezza per migliorare.

«È stata una cavalcata magnifica» spiega Gabriele Volpi. «Abbiamo vinto tanto, abbiamo vinto tutto e purtroppo si sa come la gente sia disposta a perdonare qualsiasi cosa, ma non il successo. Ho sperimentato sulla mia pelle l’effetto di due fra i sentimenti più universali e insopprimibili che esistano: l’invidia e la gelosia. È arrivato il momento che il destino della Pro Recco prescinda da me. Credo, infatti, sia giusto che nella vita le squadre, come le persone e le aziende, imparino a camminare da sole».

Di Fulvio Giuliani

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