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Ho messo l’Europa al tappeto, parla la ginnasta Manila Esposito

Manila Esposito è la giovane promessa della ginnastica artistica italiana. Ma dietro ogni singolo traguardo si nascondono anni di sacrificio e rinunce per amore dello sport

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Ha 17 anni, è originaria di Torre Annunziata – a una trentina di chilometri da Napoli – ma vive e si allena a Brescia. Ama la musica (Geolier in particolare) e ha lasciato casa a 15 anni per inseguire il sogno di diventare una grande ginnasta. È l’identikit di Manila Esposito, promessa realizzata della ginnastica artistica italiana che ai Campionati europei di Rimini dello scorso maggio si è messa al collo quattro medaglie d’oro, tra cui la più prestigiosa: quella dell’all around individuale.

Da allora quel nome così particolare e quel cognome così diffuso in Campania sono diventati famosi a livello nazionale. «Ma per me non è cambiato nulla, sono tornata ad allenarmi in palestra con determinazione. Però i quattro titoli europei mi hanno aiutata a credere ancora di più in me stessa» ci spiega Esposito.

Una determinazione che viene da lontano. Da alcuni mesi entrata nel gruppo sportivo Fiamme Oro della Polizia di Stato, questa giovanissima star della nostra ginnastica si è trasferita due anni fa da Civitavecchia (dove viveva per motivi di lavoro del papà) a Brescia nella sede della Brixia, uno dei più importanti centri federali nazionali, dove è allenata da Enrico Casella. Scoperta da Camilla Ugolini – che l’ha seguita per anni insieme con Marco Massara («Due secondi genitori per me») – non nasconde le difficoltà e i cambiamenti che ha vissuto negli ultimi anni: «Non è stato facile lasciare casa a 15 anni per trasferirmi a Brescia da sola. Mettere sei ore di treno tra me e la famiglia o gli amici non è una cosa che tutti riuscirebbero a sopportare a quell’età». Gli inizi raccontano di un amore a prima vista tra lei e il tappeto: «Una volta entrata in palestra non ne sono mai più uscita. La ginnastica artistica è stata la mia passione fin da bambina».

Ammira la fuoriclasse americana Simone Biles, ma l’atleta da cui prende ispirazione è un’altra: «La brasiliana Rebeca Andrade. È fortissima in tutto, ma la sua storia mi colpisce perché si è rialzata tante volte da infortuni e difficoltà». Agli Europei di Rimini non si aspettava un trionfo tanto eclatante: «Mi sentivo forte, ma non fino a questo punto. Queste vittorie mi hanno dato tanta fiducia in me stessa, anche per il futuro».

Prima delle gare, la musica le permette di creare una barriera insormontabile tra sé e il mondo attorno a lei: «Sono appassionata di musica, mi aiuta a isolarmi prima di affrontare attrezzi e tappeto». In questo anno magico, che l’ha vista anche laurearsi campionessa italiana con Ginnastica Civitavecchia, nel mirino non possono che esserci le Olimpiadi di Parigi. Ma la scaramanzia è d’obbligo: «È chiaro che i Giochi sono il sogno di ogni atleta, ma per le convocazioni non se ne parlerà prima di luglio e dunque bisogna soltanto aspettare».

Tra futuro e passato, il ricordo sempre vivo delle sue radici: «A Torre Annunziata sono legatissima. Lì c’è la mia famiglia, nonni, cugini, zii, oltre ai ricordi bellissimi di cosa sono le feste di Natale tutti insieme. Ci torno ogni volta che posso».

di Valentina Monarco

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