Skip to main content
Scarica e leggi gratis su app

Il calcio italiano malato di approssimazione

|

Il cinque a quattro su Israele maturato al penultimo respiro e rischiando un incredibile pareggio all’ultimo sospiro della partita può nascere solo dall’assoluta incapacità di vivere con concentrazione e presenza psicologica partite che valgono un Mondiale

Il calcio italiano malato di approssimazione

Il cinque a quattro su Israele maturato al penultimo respiro e rischiando un incredibile pareggio all’ultimo sospiro della partita può nascere solo dall’assoluta incapacità di vivere con concentrazione e presenza psicologica partite che valgono un Mondiale

|

Il calcio italiano malato di approssimazione

Il cinque a quattro su Israele maturato al penultimo respiro e rischiando un incredibile pareggio all’ultimo sospiro della partita può nascere solo dall’assoluta incapacità di vivere con concentrazione e presenza psicologica partite che valgono un Mondiale

|

C’è qualcosa che non funziona nel nostro calcio.
Non è una questione tecnica o meglio non è solo una questione tecnica, perché lo spettacolo indecoroso e inverecondo andato in scena ieri sul campo neutro ungherese di Debrecen è un atto di accusa – di auto accusa – dell’intero movimento nei confronti di se stesso.

Il cinque a quattro su Israele maturato al penultimo respiro e rischiando un incredibile pareggio all’ultimo sospiro della partita può nascere solo dall’assoluta incapacità di vivere con concentrazione e presenza psicologica partite che valgono un Mondiale.

Sì, quello che manchiamo da due edizioni e ogni tanto diamo l’impressione di cercare in tutti modi di saltare per la terza consecutiva.
Perché non abbiamo presenza psicologica, statura, personalità, carisma, concentrazione.

La vittoria agguantata in qualche modo al 92º minuto, dopo essersi fatti recuperare da 4-2 a 4-4 è di un’importanza incredibile perché ci mantiene in vita. Per i capelli.

Detto questo, tutto il resto è da buttare e non ne possiamo più di buonismo, di scuse buone per tutte le stagioni e di prove d’appello. Non c’è consapevolezza dei propri limiti e della propria responsabilità.
Uno spettacolo imbarazzante, davanti al quale non riusciamo a goderci una pur decisiva e fondamentale vittoria.

Perche? Perché continuando a ragionare in questi termini non verremo mai fuori dal buco nero in cui ci siamo ficcati per carenza tecnica e insipienza caratteriale.
La vita è fatta anche di brutali verità.

La Ragione è anche su WhatsApp. Entra nel nostro canale per non perderti nulla!

Leggi anche

09 Settembre 2025
La finale dell’US Open e l’Italvolley femminile campione del mondo, Velasco e Sinner a confronto
08 Settembre 2025
Gattuso vince la seconda partita sulla panca dell’Italia dopo la cinquina all’Estonia ma gli azzur…
08 Settembre 2025
Alla finale maschile degli US Open, che ha visto il trionfo di Alcaraz, c’era anche la leggenda de…
08 Settembre 2025
L’Italvolley femminile è sul tetto del mondo. Le dichiarazioni del coach, Julio Velasco, della cap…

Iscriviti alla newsletter de
La Ragione

Il meglio della settimana, scelto dalla redazione: articoli, video e podcast per rimanere sempre informato.

    LEGGI GRATIS La Ragione

    GUARDA i nostri video

    ASCOLTA i nostri podcast

    REGISTRATI / ACCEDI

    Exit mobile version