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Il ritorno di Julio Velasco

Julio Velasco sarà il nuovo ct della nazionale di pallavolo femminile. Obiettivo Olimpiadi e una nuova era per l’Italvolley
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Il ritorno di Julio Velasco

Julio Velasco sarà il nuovo ct della nazionale di pallavolo femminile. Obiettivo Olimpiadi e una nuova era per l’Italvolley
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Il ritorno di Julio Velasco

Julio Velasco sarà il nuovo ct della nazionale di pallavolo femminile. Obiettivo Olimpiadi e una nuova era per l’Italvolley
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Julio Velasco sarà il nuovo ct della nazionale di pallavolo femminile. Obiettivo Olimpiadi e una nuova era per l’Italvolley
Rieccolo, Julio il visionario. Come una ventata di aria buona, buonissima. Il guru del volley è proiettato verso le Olimpiadi. Magari con il ritorno in banda di Paola Egonu.
Le illazioni delle scorse settimane erano centrate, Velasco assume l’incarico di commissario tecnico della nazionale femminile. Una sfida, una nuova sfida a 71 anni per l’allenatore dei due mondi che ha reso un servizio straordinario alla pallavolo italiana, lanciando con la sua generazione d’oro, un mito nello sport italiano e la chiave per il decollo della pallavolo nelle scuole, nelle palestre italiane.
 
Ha fatto il tecnico, ha cambiato il volley, poi è passato alla scrivania, attratto anche dal calcio (direttore generale della Lazio verso la fine degli anni ‘90), prima del ritorno alla pallavolo. Da qualche tempo spiegava di voler fare il nonno: invece lascerà la panca di Milano dedicandosi solo alla maglia azzurra e proverà a portare ai Giochi di Parigi l’Italvolley ricca di talento e di incomprensioni degli ultimi mesi. Le tensioni sono state così alte, così come le scelte inopportune, che l’asso del volley italiano, Paola Egonu, non era presente nel mini torneo di qualificazione olimpica che l’Italia ha clamorosamente steccato e che ha rappresentato la molla per l’ennesimo ritorno di Velasco.
 
Egonu tornerà, motivata dal vangelo secondo Velasco: filosofia e occhi della tigre, metodo e talento: l’argentino non è neppure alla prima esperienza con l’Italia femminile (quinto nel 1997 agli Europei di Brno), ma è stato lui a gettare le basi per il primo Club Italia della storia, con un passo avanti sulla metodologia di lavoro che dopo qualche tempo iniziò a portare medaglie anche tra le donne.
 
Il compito in maglia azzurra non sarà dei più semplici: oltre a staccare il pass per i Giochi francesi dopo il tonfo al pre-olimpico (e non sarà scontato, si dovrà passare attraverso la Nations League), Velasco dovrà letteralmente ricostruire l’anima dell’Italvolley ricca di talento ma che si è persa in un paio di anni tra litigi, rancori, scelte poco condivisibili di staff tecnico, atlete e federazione. Il titolo di venerabile maestro del volley, anzi dello sport mondiale già gli spetta di diritto, anzi di più: gli è cucito addosso. Ma manca quell’oro davanti a cinque cerchi.
di Nicola Sellitti

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