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Inchiesta ultras a Milano, ai domiciliari Mauro Russo, socio di Paolo Maldini e Vieri

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L’accusa è di usura (tassi del 400%) ed estorsione con metodo mafioso, oltre a falsa fatturazione. Ci sono 7 arresti, tra cui Mauro Russo, socio di Paolo Maldini e Christian Vieri

Mauro Russo

Inchiesta ultras a Milano, ai domiciliari Mauro Russo, socio di Paolo Maldini e Vieri

L’accusa è di usura (tassi del 400%) ed estorsione con metodo mafioso, oltre a falsa fatturazione. Ci sono 7 arresti, tra cui Mauro Russo, socio di Paolo Maldini e Christian Vieri

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Inchiesta ultras a Milano, ai domiciliari Mauro Russo, socio di Paolo Maldini e Vieri

L’accusa è di usura (tassi del 400%) ed estorsione con metodo mafioso, oltre a falsa fatturazione. Ci sono 7 arresti, tra cui Mauro Russo, socio di Paolo Maldini e Christian Vieri

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L’accusa è di usura (tassi del 400%) ed estorsione con metodo mafioso, oltre a falsa fatturazione. Ci sono sette arresti (cinque in carcere, due ai domiciliari, sia da ambienti della curva ultras interista che milanista), tra cui Mauro Russo. Socio in affari dell’ex capitano del Milan, Paolo Maldini. E dell’ex attaccante dei due club di Milano, Christian Vieri (entrambi estranei ai fatti) nell’ambito dell’inchiesta denominata “Doppia curva” sugli ultras. Condotta questa mattina da Squadra mobile e guardia di finanza di Milano. In un filone dell’inchiesta sugli ultras per estorsione e usura dei pm Paolo Storari e Sara Ombra. L’inchiesta procede e c’è l’aggravante del metodo mafioso grazie alle informazioni rese da un capo ultras nerazzurro, Andrea Beretta, divenuto collaboratore di giustizia. La sensazione è che non sia l’ultima puntata della vicenda.

Mauro Russo, il socio di Maldini e Vieri, è finito ai domiciliari. Con l’accusa di estorsione aggravata in concorso con Andrea Beretta (il collaboratore di giustizia), Giuseppe Caminiti e Vittorio Boiocchi (morto nel 2022) nei confronti dell’imprenditore dei parcheggi di San Siro, Gherardo Zaccagni. Lo stesso Russo è il fratello di Aldo Russo – cognato di Maldini – che secondo gli inquirenti avrebbe messo a disposizione di Zaccagni i propri contatti con esponenti del Milan. Per l’assegnazione dei posteggi alle sue società.

Secondo le ricostruzioni della procura di Milano, ci sarebbe stato un passaggio di denaro da quattromila euro al mese versati da Zaccagni agli esponenti della curva Nord interista, al cui vertice c’erano Vittorio Boiocchi e Andrea Beretta: il primo è morto in un agguato, il secondo è diventato appunto collaboratore di giustizia dopo l’arresto nel primo filone di questa indagine per aver ucciso lo scorso settembre Antonio Bellocco, rampollo del clan della ‘ndrangheta. Secondo quanto riferito da Beretta, Antonio Bellocco avrebbe prestato quasi 400mila euro in totale, a tassi usurari fino al 400% ad un imprenditore comasco, titolare di una società che si occupa di programmazione e trasmissioni televisive.

di Nicola Sellitti

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