Inter-Manchester City è la porta dei sogni
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Un colpo di coda del calcio italiano in Champions League. Segnali di risveglio che sarebbero ancora più evidenti se l’Inter riuscisse a battere il City
Inter-Manchester City è la porta dei sogni
Un colpo di coda del calcio italiano in Champions League. Segnali di risveglio che sarebbero ancora più evidenti se l’Inter riuscisse a battere il City
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Inter-Manchester City è la porta dei sogni
Un colpo di coda del calcio italiano in Champions League. Segnali di risveglio che sarebbero ancora più evidenti se l’Inter riuscisse a battere il City
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Inter in finale, Milan da applausi e Napoli che sino ai quarti di finale ha prodotto risultati e spettacolo. Senza dubbio c’è stato un colpo di coda del calcio italiano in Champions League, così come nelle altre competizioni europee, in attesa delle gare di ritorno delle semifinali di Europa League – con la possibile finale tra Juve e Roma – e Conference League, dove la Fiorentina sogna di bissare il successo dello scorso anno della Roma.
Si è generato una specie di contrappasso rispetto all’Italia di Roberto Mancini che è stata assente ai Mondiali qatarioti vinti dall’Argentina. L’ennesima prova che il nostro calcio sa tirare fuori gli anticorpi dopo essersi fatto del male da solo. E’ avvenuto soprattutto nel 2006, con i Mondiali vinti nella stagione della resa dei conti per Calciopoli.
E se l’Inter va a Istanbul con merito, dopo essere sopravvissuta a un girone eliminatorio con Barcellona e Bayern Monaco, passando poi per Porto, Benfica e Milan, il doppio derby milanese ha mostrato la debolezza qualitativa del calcio italiano. Soprattutto se 24 ore dopo il Manchester City ha dipinto calcio contro il Real Madrid.
Il derby di Milano è stata una doppia sfida vibrante, tesa. Un vero derby, con una cornice di pubblico straordinaria, con San Siro in versione smoking. Si è vista però poca qualità per una semifinale di Champions: lo ha spiegato senza mezzi termini un totem del calcio europeo come Steven Gerrard, critico assai sulla qualità espressa dal Milan nella partita d’andata e nel post-gara anche Paolo Maldini, con onestà intellettuale, ha parlato di un percorso bello e inatteso dei rossoneri in Coppa, indicando alla proprietà il margine da recuperare, attraverso gli investimenti sul mercato, per tornare al vertice in Europa.
E se il meraviglioso City di Pep Guardiola non può essere il paradigma, perché è difficile trovare una squadra con quelle qualità tecniche e conoscenze tattiche, per tornare al vertice servono qualità, calciatori forti, decisivi, idee e trame di gioco coraggiose. Non c’è altra ricetta, campioni che tracciano la differenza inseriti in un contesto di gioco propositivo. In City-Real c’erano almeno dieci calciatori di livello superiore, in Italia se ne contano poco più di cinque: Lautaro e Leao, Osimhen e Kvaratskhelia nel Napoli campione d’Italia. Lo sarebbe ancora Di Maria che però si avvia a fine corsa, un gradino dietro ci sono Milinkovic-Savic e Dybala. Pochi, troppo pochi per il calcio italiano.
Insomma, ci sono stati segnali di risveglio che sarebbero ancora più evidenti se l’Inter di Simone Inzaghi riuscisse nell’exploit di superare il City nella finale in Turchia. Ovviamente parte sfavorita (e non è per forza uno svantaggio), con Lautaro Martinez che sogna la doppietta Mondiali-Champions League nell’arco di sei mesi, con ingresso automatico nell’eternità del pallone.
Resta la distanza qualitativa dai migliori club di Premier League, della Liga spagnola e dal Bayern Monaco, mentre sul Psg c’è solo da attendere e valutare cosa produrrà l’annunciata epurazione di stelle poco gradite a Parigi. Mentre i top club di Serie A si attrezzano, potrebbero tornare utili gli indizi di ridimensionamento nelle spese pazze sia del Psg che dei club di Premier, dove la bolla è arrivata a dimensioni che avrebbe ispirato i fratelli Montgolfier.
Di Nicola Sellitti
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