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Italia, meritatamente a casa

Gli azzurri, sconfitti dalla Svizzeria 2-0 e fuori dagli Europei, non hanno scuse né appigli. Un vero fallimento tecnico, emotivo e psicologico

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Italia, meritatamente a casa

Gli azzurri, sconfitti dalla Svizzeria 2-0 e fuori dagli Europei, non hanno scuse né appigli. Un vero fallimento tecnico, emotivo e psicologico

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Italia, meritatamente a casa

Gli azzurri, sconfitti dalla Svizzeria 2-0 e fuori dagli Europei, non hanno scuse né appigli. Un vero fallimento tecnico, emotivo e psicologico

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Gli azzurri, sconfitti dalla Svizzeria 2-0 e fuori dagli Europei, non hanno scuse né appigli. Un vero fallimento tecnico, emotivo e psicologico

Non ci sono scuse. Non ci sono appigli. È evidente a tutti, sarà evidente anche a Luciano Spalletti. Si è consumato un fallimento tecnico, emotivo, psicologico senza precedenti per la nazionale italiana, umiliata dalla Svizzera ben oltre il punteggio (2-0).

Non è certo stata una questione di moduli e neppure di limitata qualità del gruppo azzurro, seppur è nei fatti che si tratta di una delle peggiori nazionali di sempre. È semplicemente mancato tutto. Soprattutto, lo dice la partita indegna contro gli elvetici, è mancata la chimica tra il commissario tecnico e i suoi ragazzi. Non si sono capiti, compresi.

Non c’è stata unione, intensità, una traccia di garra, anche di isteria per le continue brutte figure in campo, neppure nel secondo tempo di puro torello subito dagli elvetici, che sono una buona squadra ma non certo il Brasile del 1970, per intenderci. Altro che tabellone agevole, altro che sfida lanciata all’Inghilterra.

Ci sono state anche nazionali meno competitive di quello di Euro 2024. Otto anni fa contro i tedeschi nei quarti di finale, Antonio Conte, oltre a Buffon e la BBC (Barzagli, Bonucci, Chiellini) in difesa, si è presentato con Giaccherini, Sturaro, Parolo, De Sciglio, Eder, Pellè. Si è arrivati ai rigori, giocando con grande e dignitosa dignità. La dignità, come la voglia di correre, di sacrificarsi l’un per l’altro, è mancata in tre partite su quattro. Se possibile, con la Svizzera si è fatto anche peggio che con la Croazia, dove ci si è salvati con un colpo di coda, che tale è rimasto.

Resta lo sconcerto, l’incredulità: mai si è vista una squadra di Luciano Spalletti non riuscire a mettere assieme un giro palla, un’occasione da gol. Nulla, il nulla assoluto, altro che calcio fluido. Un percorso ingiustificabile, se non pensando che anche a un tecnico di grande valore – come Spalletti – non è riuscito l’incastro con un gruppo di atleti, che ha voluto, scelto (e qualche scelta ha davvero lasciato parecchi dubbi). Insomma, può capitare, ma una figuraccia del genere, che va ben oltre l’uscita agli ottavi di finale di Euro 2024, non può che richiedere l’assunzione di responsabilità da parte del ct, del presidente federale e dei calciatori stessi.
Non si è salvato nessuno, fatta eccezione per Donnarumma. Il portiere del Psg è l’unico motivo – oltre il Gronchi rosa trovato da Zaccagni contro i croati – per cui ci si è arrampicati tra le prime 16 di Europa. Non l’abbiamo meritato, siamo giustamente spediti a casa. Con perdite.

di Nicola Sellitti

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