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L’Inter trema

È stata pubblicata una lettera del presidente dell’Inter, Steven Zhang, vertice del Gruppo Suning, in cui viene annunciato agli interisti che la stabilità del club è a rischio

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È stata pubblicata una lettera del presidente dell’Inter, Steven Zhang, vertice del Gruppo Suning, in cui viene annunciato agli interisti che la stabilità del club è a rischio

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È stata pubblicata una lettera del presidente dell’Inter, Steven Zhang, vertice del Gruppo Suning, in cui viene annunciato agli interisti che la stabilità del club è a rischio

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È stata pubblicata una lettera del presidente dell’Inter, Steven Zhang, vertice del Gruppo Suning, in cui viene annunciato agli interisti che la stabilità del club è a rischio

È una storia di prestiti, debiti finanziati e da rifinanziare, che dovrebbe essere tenuta a mente nel calcio italiano. Anche da quelle tifoserie che invocano l’arrivo – ovviamente legittimo – di fondi del private equity per il decollo del club, perché non tutti i fondi sono uguali. Qualche ora fa è stata pubblicata una lettera del presidente dell’Inter, Steven Zhang, vertice del Gruppo Suning, in cui sostanzialmente viene annunciato agli interisti che la stabilità del club milanese è seriamente a rischio. Anzi, il rischio è che ci sia un passaggio di proprietà in tempi brevi, esattamente entro lunedì, se come sembra la proprietà cinese non sarà in grado di restituire il prestito ottenuto dal fondo americano di private equity, Oaktree, che nel 2021 ha prestato 280 milioni di euro al Gruppo Suning con l’impegno a restituirne 380 milioni entro il triennio successivo (tasso al 12%).

La data di scadenza è arrivata, così come l’atto di accusa di Zhang a Oaktree (che non sembra disponibile al rifinanziamento del debito) perché l’Inter quei soldi non li ha. Li avrebbe anche avuti se fosse andata in porto la trattativa tra Zhang e un altro fondo, Pimco, per finanziare la somma necessaria a saldare Oaktree: in totale 400 milioni di euro, nella cifra ci sarebbero anche le risorse per colmare le perdite del prossimo anno. Insomma, un debito per pagare un altro debito, a un tasso di interessi del 10%.

E, come scrivono anche alcuni quotidiani specializzati riportando fonti prossime al Gruppo Suning, la trattativa Zhang-Pimco sarebbe andare in frantumi per l’operazione di disturbo di Oaktree, che vanta – in base all’accordo sottoscritto per il prestito – il 20% della somma complessiva che sarebbe derivata dalla cessione dell’Inter. Cessione esclusa da Zhang, impegnato a cercare il colosso in grado di eliminare il debito con Oaktree, saldandolo e facendo cadere questa clausola contrattuale. La situazione allo stato attuale prevede alcuni scenari: quello più probabile è il passaggio di proprietà ad Oaktree, condizione contrattuale sancita tra le parti in caso di mancato saldo del debito. La meno probabile: che Zhang trovi sull’unghia 380 milioni di euro entro una manciata di ore.

La riflessione sembra obbligata, oltre che logica: alla scadenza del prestito, la somma si restituisce e non si incolpa lo stesso fondo che ha finanziato quel debito.

Invece, ecco la lettera che mette assai in ambasce il microcosmo interista, che in ogni caso – o Zhang, oppure Oaktree – si troverebbe in ogni caso con una proprietà. Certo, se fosse Oaktree, sarebbe una situazione di passaggio, perché dal fondo sinora non si è manifestata l’intenzione – come quella del fondo Red Bird, che possiede il Milan – di gestire il club, oppure come il fondo Elliott, che ha rilanciato il Milan prima di venderlo a Red Bird. La soluzione non c’è. La cerca disperatamente Zhang, che manda di traverso il weekend agli interisti, ancora esaltati per la seconda stella.

di Nicola Sellitti

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