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Luciano Spalletti è il nuovo ct della Nazionale

La storia dell’estate in pieno italian style si è finalmente chiusa: Luciano Spalletti è il nuovo Ct della Nazionale
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Luciano Spalletti è il nuovo ct della Nazionale

La storia dell’estate in pieno italian style si è finalmente chiusa: Luciano Spalletti è il nuovo Ct della Nazionale
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Luciano Spalletti è il nuovo ct della Nazionale

La storia dell’estate in pieno italian style si è finalmente chiusa: Luciano Spalletti è il nuovo Ct della Nazionale
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La storia dell’estate in pieno italian style si è finalmente chiusa: Luciano Spalletti è il nuovo Ct della Nazionale

La storia dell’estate in pieno italian style si è finalmente chiusa. O almeno è consegnato alla storia il primo atto, perché ci sarà da capire come andrà a finire il round legale tra Luciano Spalletti e il Napoli, per quella penale da 2,6 milioni di euro che aveva impedito sinora al tecnico toscano di sedersi sulla panca dell’Italia. La Nazionale trova così l’erede di Roberto Mancini al termine di sei giorni davvero surreali, tra dimissioni, accuse, abboccamenti, clausole, pareri legali, comunicati e una copiosa dose di risentimenti tra le parti.

L’ingaggio del tecnico toscano rappresenta in verità un tentativo di prova di forza di una balbettante federcalcio, eternamente in balia delle onde e che ha deciso di andare oltre, anzi di non attendere oltre e di mettere sotto contratto l’ex allenatore del Napoli. Accordo fino al 2026, fino ai Mondiali tra Usa, Canada e Messico. Il compito di Spalletti sarà portare l’Italia a Euro 2024 (dove è detentrice del titolo) e soprattutto ai Mondiali, dove si manca da due edizioni. Se riuscisse anche a creare condivisione e bellezza intorno all’Italia, come ha saputo fare Mancini nel primo biennio del suo mandato, sarebbe grasso che cola.

Si è dunque all’epilogo (si spera) di una vicenda decisamente grottesca, dove si contano soprattutto i vinti: da Mancini (che rischia una vertenza civile dalla Figc) all’incerto Gravina allo stesso Spalletti che ha un po’ contraddetto se stesso passando in poche settimane dalla necessità di fermarsi per stress alla panchina azzurra. Che obiettivamente resta un traguardo da cogliere al volo. 

Una vicenda dove una buona parte dei media e dei poteri forti del calcio italiano hanno spinto affinché un presidente non facesse rispettare le regole di un contratto sancito tra le parti. C’è però l’aspetto meritocratico che fa ben sperare: arriva sulla panchina della nazionale un tecnico di grande valore, nettamente il migliore su piazza, a poche settimane dalla sua più grande impresa sportiva, lo scudetto vinto con il Napoli.

Stratega, visionario, un sarto del calcio, amante del lavoro e dei dettagli, Spalletti rappresenta, una volta tanto, la celebrazione del talento e appunto del merito. Partirà dalla base del Napoli, punterà sulla qualità, come sempre nella sua carriera provocherà divisioni e scontenti. Ma è il miglior commissario tecnico che l’Italia poteva augurarsi. Ed è l’unica buona notizia da un teatrino da cui il calcio italiano, come spesso accade da anni, esce con l’immagine a pezzi.

di Nicola Selitti

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