Oltre la storia
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Donne e sport: Vanessa Ferrari e Federica Pellegrini, fuoriclasse alle Olimpiadi di Tokyo2020. Esempio di abnegazione in costante sfida non con solo l’avversario ma prima di tutto con sé stesse.

Oltre la storia
Donne e sport: Vanessa Ferrari e Federica Pellegrini, fuoriclasse alle Olimpiadi di Tokyo2020. Esempio di abnegazione in costante sfida non con solo l’avversario ma prima di tutto con sé stesse.
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Donne e sport: Vanessa Ferrari e Federica Pellegrini, fuoriclasse alle Olimpiadi di Tokyo2020. Esempio di abnegazione in costante sfida non con solo l’avversario ma prima di tutto con sé stesse.
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AUTORE: Fulvio Giuliani
È la seconda volta, in appena tre giorni, che il nostro sport regala storie magnifiche. Senza passare (ancora) da una medaglia olimpica.
Prima Vanessa Ferrari, la scorsa notte Federica Pellegrini.
Due donne, di 30 e 33 anni, capaci ancora di scalare il mondo e reggere il confronto con ragazzine di un’altra generazione.
La quinta finale olimpica consecutiva nei 200 stile libero di Federica Pellegrini è un risultato mai visto prima, forse ancora più impressionante di un palmares già senza eguali. Per noi esseri ‘normali’ è difficile anche immaginare quanti sacrifici ci siano dietro vent’anni di finali alle Olimpiadi. Quanta concentrazione, abnegazione, cura del proprio corpo, rinunce ci siano dietro la costante ricerca del risultato.
Non anno dopo anno, ma giorno dopo giorno. Senza sosta.
Pensateci un attimo: vent’anni senza potersi mai concedere uno scarico completo, un addio liberatorio. Proviamo a immaginare quanta applicazione mentale sia necessaria, quante energie psicofisiche se ne vadano, in un’impresa del genere.
Siamo spesso pronti a osservare e giudicare i momenti di libertà di questi campioni incredibili. Quando più che legittimamente sfruttano la popolarità guadagnata a forza di sacrifici sovrumani, per divertirsi in televisione o sui social.
È curioso: consideriamo scontato ciò che sarebbe semplicemente inconcepibile per ciascuno di noi.
Ammazzarsi di fatica per un trofeo, una medaglia o anche una ‘semplice’ finale, in una carriera a cui sembra non ci sia più nulla da chiedere.
Questa, però, è la differenza fra i fuoriclasse e il resto del mondo. Sono in battaglia perenne, ma con se stessi.
Gli avversari sono un dettaglio, l’ostacolo più grande sulla strada della realizzazione personale. Donne e uomini che trovano lo stimolo e l’obiettivo in se stessi.
Non è egoismo, ma consapevolezza di una meravigliosa diversità.
Quella che ci fa urlare dal divano nel cuore della notte.
di Fulvio Giuliani
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