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Racchetta e racchettate, il documentario su John McEnroe

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Questa sera alle 21:15 su Sky Documentaries e in streaming su Now il documentario “McEnroe” di Barney Douglas sul celebre John McEnroe, uno dei più grandi tennisti di tutti i tempi

Racchetta e racchettate, il documentario su John McEnroe

Questa sera alle 21:15 su Sky Documentaries e in streaming su Now il documentario “McEnroe” di Barney Douglas sul celebre John McEnroe, uno dei più grandi tennisti di tutti i tempi

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Racchetta e racchettate, il documentario su John McEnroe

Questa sera alle 21:15 su Sky Documentaries e in streaming su Now il documentario “McEnroe” di Barney Douglas sul celebre John McEnroe, uno dei più grandi tennisti di tutti i tempi

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Il talento unico, le vittorie, i record. Ma anche le sfuriate, le mancanze di rispetto, gli atteggiamenti da bad boy. John McEnroe è considerato uno dei più grandi tennisti di tutti i tempi, giudizio confermato da numeri e palmarès: è stato primo nella classifica mondiale sia nel singolo che nel doppio, ha concluso la sua carriera con 155 titoli in totale, detiene ancora oggi il primato maschile dell’era degli Open. Ma pochi conoscono il McEnroe privato, l’altra faccia del The Genius amato e odiato dal mondo del tennis al centro del documentario “McEnroe” di Barney Douglas (in onda questa sera alle 21.15 su Sky Documentaries e in streaming solo su Now, disponibile anche on demand).

«Non sono in pace, non penso che lo sarò mai del tutto» racconta oggi la leggenda del tennis, un’affermazione forte ma in linea con la sua storia. McEnroe è sempre stato un perfezionista e quando miri all’eccellenza niente andrà mai bene abbastanza: se all’età di sei anni si autoflagellava per la pagella di prima elementare, durante gli allenamenti non accettava l’errore, la disattenzione. Un’ossessione maniacale legata indissolubilmente al rapporto con il padre-manager John senior, un militare statunitense di origine irlandese particolarmente severo, più attento alla disciplina che all’affetto.

Il successo arrivò subito: appena maggiorenne, alla fine degli anni Settanta, epoca dei campioni rockstar: da Ilie Nastase a Jimmy Connors, passando per Björn Borg e Vitas Gerulaitis. I primi passi della trasformazione del tennis in business. Nel 1977 la prima partecipazione a Wimbledon, conclusasi con l’eliminazione in semifinale per mano di Connors. Iniziò proprio da Londra l’inesorabile ascesa nella classifica mondiale. Ma allo stesso tempo incominciò a crescere la frustrazione, tale da portarlo a comportamenti autodistruttivi sia sul campo che nella vita privata. Emblematici i violenti sfoghi in campo, spesso conditi da insulti nei confronti dell’arbitro o dell’avversario. «Un eroe agitato» secondo la stampa dell’epoca.

Sbarcato come un alieno nel mondo del tennis, McEnroe iniziò a girare il mondo, a guadagnare parecchio denaro e a scalare le classifiche, raggiungendo il quinto posto del ranking ad appena vent’anni. Il suo stile di gioco rispecchiava la sua personalità: mettere pressione all’avversario, manovrare la palla, accarezzarla, andare sempre alla ricerca della luce sotto rete. E poi l’animo da stratega, tipico di ogni ottimo giocatore di scacchi. The Genius macinò vittorie e diede vita alla straordinaria rivalità – poi diventata amicizia sincera – con Borg: il miglior servitore contro il miglior ‘risponditore’, le migliori volée contro i migliori passanti, il tennista più esplosivo contro quello più calmo. Il resto è storia: successi e fallimenti, gioie (tante) e dolori (pochi ma lancinanti).

Il grande merito del lavoro di Barney Douglas è quello di svelare un McEnroe inedito tra forza e fragilità, tra genio e sregolatezza. Le serate all’insegna del divertimento con il collega Vitas Gerulaitis, l’amicizia con Keith Richards dei Rolling Stones e Chrissie Hynde dei Pretenders, i problemi di droga, l’amore per la musica e per l’arte. E ovviamente la vita sentimentale, dal matrimonio con Tatum O’Neal al centro delle riviste di gossip alla ‘seconda opportunità’ con la cantante Patti Smith, che gli ha donato sicurezza e stabilità. Nessuna agiografia, niente sviolinate: un campione in tutta la sua umanità.

di Massimo Balsamo

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