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Sinner è il “Maestro”, in una rivalità che può durare 10 anni

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Il trionfo di ieri di Jannik Sinner nelle ATP Finals di Torino contro il mostro di Carlos Alcaraz. Il numero due del mondo e più forte giocatore italiano di ogni epoca è arrivato alla 31ª vittoria consecutiva

Sinner è il “Maestro”, in una rivalità che può durare 10 anni

Il trionfo di ieri di Jannik Sinner nelle ATP Finals di Torino contro il mostro di Carlos Alcaraz. Il numero due del mondo e più forte giocatore italiano di ogni epoca è arrivato alla 31ª vittoria consecutiva

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Sinner è il “Maestro”, in una rivalità che può durare 10 anni

Il trionfo di ieri di Jannik Sinner nelle ATP Finals di Torino contro il mostro di Carlos Alcaraz. Il numero due del mondo e più forte giocatore italiano di ogni epoca è arrivato alla 31ª vittoria consecutiva

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Non so più quante volte abbiamo scritto di avere esaurito aggettivi e considerazioni sulle vittorie di Jannik Sinner.
Ci ripetiamo e siamo felicissimi di farlo, dopo il trionfo di ieri nelle ATP Finals Torino, niente meno che contro quel mostro che risponde al nome di Carlos Alcaraz.

Ha vinto Sinner, poteva vincere lo spagnolo, che si consola ampiamente con la conferma del primo posto in classifica alla fine del 2025.
Quanto a un pazzesco Sinner, è evidente il lavoro degli ultimi mesi per modificare alcuni particolari del proprio gioco. Lavoro che ha pagato, consentendogli di condurre una partita quasi perfetta contro un avversario capace di obbligarti a tirare fuori sempre il meglio di sé.

Lo sport offre di queste storie, dualismi in cui un campione sembra appoggiarsi all’altro, trovare motivazioni ed energie nel più terribile degli avversari. Dualismo buono per 10 anni, a oggi.

Nelle partite indoor, il numero due del mondo e più forte giocatore italiano di ogni epoca è arrivato alla 31ª vittoria consecutiva e – se non abbiamo sbagliato i calcoli – è a un solo successo dal record assoluto di Ivan Lendl.
Non sempre i numeri dicono tutto, ma un simile dominio delle partite al coperto è qualcosa di incredibile e spiega anche perché nella finalissima di Torino Alcaraz, pur mettendo alla frusta Sinner, alla fine non ce l’ha fatta.

Nel senso che, come detto, la partita poteva girare a suo favore in determinati dettagli, ma la sensazione generale era di presenza e consapevolezza costante da parte dell’azzurro. Anche dopo quel pericolosissimo break iniziale nel secondo set.

Un gigantesco applauso va al pubblico di Torino, per aver saputo tributare una lunga, sentita e bellissima standing ovation, una vera e propria ovazione al campione spagnolo.
È certamente più facile farlo quando si vince, ma pensando a ciò a cui siamo abituati nel calcio e non solo… c’è solo da alzarsi in piedi e applaudire a nostra volta, fino a spellarsi le mani.

Come per questo magnifico giocatore, regalo della natura a tutta Italia e che risponde al nome Jannik Sinner.

Di Fulvio Giuliani

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