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Sinner, ma non solo. Mai tanta Italia

Un poker d’assi sulla terra rossa del Centrale di Parigi. Un momento di gloria, per il tennis italiano, con Jannik Sinner e Jasmine Paolini

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Sinner, ma non solo. Mai tanta Italia

Un poker d’assi sulla terra rossa del Centrale di Parigi. Un momento di gloria, per il tennis italiano, con Jannik Sinner e Jasmine Paolini

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Sinner, ma non solo. Mai tanta Italia

Un poker d’assi sulla terra rossa del Centrale di Parigi. Un momento di gloria, per il tennis italiano, con Jannik Sinner e Jasmine Paolini

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Un poker d’assi sulla terra rossa del Centrale di Parigi. Un momento di gloria, per il tennis italiano, con Jannik Sinner e Jasmine Paolini

Un poker d’assi sul tavolo, anzi sulla terra rossa del Centrale di Parigi. Un momento di gloria, per il tennis italiano, con Jannik Sinner in semifinale e nuovo numero uno al mondo (da lunedì prossimo), ma anche Jasmine Paolini che a 28 anni arriva tra le prime quattro del torneo (oggi si gioca la finalissima contro Mirra Andreeva), entra (sempre da lunedì prossimo) tra le top ten nella classifica Wta e va in semifinale anche in doppio con Sara Errani. Completano il quadro – e che quadro – Bolelli e Vavassori, in semifinale nel doppio maschile (giocano oggi alle 12).

E’ una sceneggiatura stellare, difficilmente replicabile e incassiamo con piacere i complimenti dai francesi padroni di casa, sebbene i cugini d’Oltralpe non sono nelle condizioni di fornire pagelle e patenti, mancando un successo in una prova del Grand Slam ormai da 41 anni. Era infatti il 1983 quando Yannick Noah stupì al Roland Garros in singolare.

Ora c’è un altro Jannik a dominare. E obiettivamente lo attendiamo tutti domani contro Carlos Alcaraz, perché è una partita che andrà a delineare gli scenari dei prossimi mesi, con Nole Djokovic ai box per diverse settimane dopo l’intervento a un menisco effettuato in tempi record. Il serbo vuole l’oro olimpico ai Giochi di Parigi, l’ultimo trionfo che manca alla sua collezione record. Quindi, c’è spazio per dare un segnale, avvantaggiarsi in classifica, fissarsi lassù e dare le carte almeno fino a settembre. Ma su Jannik si scrive, si parla ovunque, è un passaparola tra web e tv, bar e divani, un flusso che avvolge tutto il paese. Merita invece qualche rigo in più Jasmine Paolini: se oggi vincesse la sua semifinale contro la 17enne Andreeva – la più giovane in semifinale in una prova del Grand Slam dai tempi di Martina Hingis nel 1997 – andrebbe poi ad affrontare in finale Iga Swiatek, formidabile numero uno mondiale, oppure Coco Gauff, che da lunedì prossimo sarà la seconda giocatrice del mondo. Ha saputo in diretta – come avvenuto con Sinner – nell’intervista post partita del suo ingresso prossimo nella top ten, anche da lei sorrisi e commozione. Ha giocato sia in singolare che in doppio, oltre tre ore complessive. Come Sinner in Coppa Davis contro la Serbia, in semifinale di Coppa Davis, a novembre. Anche lei si colloca nei piani alti, nella ionosfera del tennis. Tanta gloria, quanta gloria. Sembra un sogno, è solo lavoro, tanto lavoro. Talento e lavoro. Italiano.

Di Nicola Sellitti

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