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Spalletti e Calafiori, storie italiane

Nuova possibilità per gli azzurri di Spalletti sabato, contro la Svizzera. Andranno fatte scelte importanti, magari impopolari e non sperare nei miracoli

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Spalletti e Calafiori, storie italiane

Nuova possibilità per gli azzurri di Spalletti sabato, contro la Svizzera. Andranno fatte scelte importanti, magari impopolari e non sperare nei miracoli

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Spalletti e Calafiori, storie italiane

Nuova possibilità per gli azzurri di Spalletti sabato, contro la Svizzera. Andranno fatte scelte importanti, magari impopolari e non sperare nei miracoli

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Nuova possibilità per gli azzurri di Spalletti sabato, contro la Svizzera. Andranno fatte scelte importanti, magari impopolari e non sperare nei miracoli

Se si fosse trattato di Mourinho, si sarebbe parlato di “rumore dei nemici”. Per Luciano Spalletti sono invece tormenti e non certo da ieri sera, dal traumatico ed esaltante post Croazia.

Era già logorato dai dubbi, il ct. Non ha mai visto sinora, tranne che in 30-40 minuti con l’Albania, la squadra giocare secondo i suoi progetti, i suoi dettami: gli suona strano, perché le squadre di Spalletti hanno una quasi sempre una traccia tecnica e tattica chiara, mentre ieri, specie nel secondo tempo con la sfera che pesava quanto una palla medica, si è vista confusione, sofferenza e quasi rassegnazione, sino al jolly di Zaccagni a sette secondi dal triplice fischio. Spalletti ha elogiato chi è subentrato, in realtà è parso – Zaccagni a parte – che il contributo dei vari Chiesa, Scamacca, Fagioli, non sia stato determinante, anzi.

Forse è stata stonata la sostituzione di Raspadori, il più attivo negli ultimi 30 metri di campo. Insomma, saranno giorni e notti di riflessioni per l’ex allenatore del Napoli. Per ora, la sua creatura non è sua. E c’è un linguaggio del corpo da mettere a posto, perché c’è stata certo voglia di soffrire degli azzurri, ma non si vede quel coinvolgimento emotivo che è proprio di un gruppo compatto, a prova di bomba.


C’è da “metterci mano”, come è solito ripetere Spalletti ai cronisti. Davanti alla stampa, il selezionatore azzurro si è scagliato con la presunta talpa interna che passa informazioni dallo spogliatoio. E in precedenza aveva aperto il suo sfogatoio alle tv, polemizzando un po’ con tutti e puntando il dito verso i calciatori troppo sotto il loro standard nella prima parte di gara, troppo timidi, incapaci di riprodurre in partita quanto provato – a lungo – in allenamento.


Il ct azzurro ha una seconda occasione, come tutta la rosa. C’è la Svizzera, senza lo squalificato Calafiori, che con Donnarumma è davvero la notizia positiva del girone di qualificazione azzurro, tra sofferenze, carenze e stenti. Andranno rifatte scelte pesanti, impopolari, si arriva alla fase finale e altri miracoli, come il gol di Zaccagni a tempo scaduto, non è detto che bussino nuovamente alla porta.

di Nicola Sellitti

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