Tifare sì ma in silenzio
Tifare sì ma in silenzio
Tifare sì ma in silenzio
La leggerezza può far male. È il caso di Ciro Santoriello, pubblico ministero della Procura di Torino. Insieme a Mario Bendoni e Marco Gianoglio, è il titolare dell’inchiesta “Prisma” sui bilanci della Juventus che ha portato al rinvio a giudizio degli ex vertici bianconeri. La medesima indagine ha fornito alla giustizia sportiva gli elementi probatori decisivi per la condanna dei dirigenti e la penalizzazione di 15 punti decisa dalla Corte federale d’Appello. Nel 2019 Santoriello, in un video spuntato solo ieri, dichiarava il suo tifo sfegatato per il Napoli e – testualmente – «l’odio» per la Juventus. Il tutto in un’atmosfera scherzosa e in un contesto di reciproci sfottò con dei colleghi.
Francamente difficile riscontrare del dolo, altrettanto sacrosanto chiedersi come un magistrato possa non capire le implicazioni di simili frasi, anche in un ambito tutt’altro che professionale. Amministrare la giustizia è un lavoro che non conosce pause, zone franche o altro, tantomeno nei confronti di una materia dalle delicate ricadute sociali come il calcio nel nostro Paese. Nessuno nega passioni o convinzioni a chicchessia, ma le responsabilità delle persone e delle professioni non sono tutte uguali. Chi scrive è un dichiarato tifoso del Napoli, ma nella vita fa il giornalista ed esprime opinioni sempre confutabili. Non sarà mai la stessa cosa. Lo avrà pensato il ministro dello Sport Abodi, palesemente infastidito dal caso, ‘notato’ e ‘segnalato’ a chi di dovere.
Di Fulvio Giuliani
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