Varenne: il cavallo ricco e celebre come un rockstar
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Varenne è il cavallo più famoso e più ricco della storia. In binomio con il driver romano Giampaolo Minnucci è rimasto un’icona ancora oggi che si gode la sua meritata pensione in un centro equestre in provincia di Pavia.
Varenne: il cavallo ricco e celebre come un rockstar
Varenne è il cavallo più famoso e più ricco della storia. In binomio con il driver romano Giampaolo Minnucci è rimasto un’icona ancora oggi che si gode la sua meritata pensione in un centro equestre in provincia di Pavia.
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Varenne: il cavallo ricco e celebre come un rockstar
Varenne è il cavallo più famoso e più ricco della storia. In binomio con il driver romano Giampaolo Minnucci è rimasto un’icona ancora oggi che si gode la sua meritata pensione in un centro equestre in provincia di Pavia.
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Varenne. Un nome, una leggenda. È il cavallo più famoso e ricco di tutti i tempi.
In cinque anni ha dominato le corse più importanti del mondo, conquistando popolarità anche tra i non appassionati di ippica. In binomio con il driver romano Giampaolo Minnucci ha vinto premi per oltre 9 miliardi di lire, una cifra ancora oggi ineguagliata e che con la rivalutazione equivarrebbe a circa 13 milioni di euro. Tra il 1998 e il 2002 raggiunse una popolarità internazionale pari alle rockstar, con celebrazioni di piazza e apparizioni televisive. Esplose una vera e propria Varennemania non solo in ambito sportivo ma anche sociale.
Ogni sua apparizione richiamava migliaia di persone, curiose di vedere da vicino il cavallo a cui perfino i telegiornali dedicavano il servizio d’apertura. Per la postura fiera e la prestanza fisica venne soprannominato “Il Capitano”.
Che avesse la stoffa per diventare un campione, Varenne lo dimostrò sin dal suo debutto in pista. Era il 4 aprile del 1998 all’ippodromo Arcoveggio di Bologna. Eppure se si controllano gli annali, il suo nome non appare. Il perché è presto detto. Poco dopo la partenza ruppe il passo e si mise a galoppare, rimediando la conseguente squalifica che lo costrinse a lasciar passare gli avversari. Continuò però a correre riuscendo a raggiungere nuovamente il gruppo. Seppure fuori gara, la prestazione eccezionale colpì particolarmente un avvocato napoletano, Enzo Giordano, tanto che mise sul tavolo 150 milioni di lire per acquistare il giovane cavallo. Una cifra record per un puledro all’esordio. Mai un investimento equestre fu più redditizio.
Da quel momento l’enfant prodige colleziona l’impressionante serie di quattordici vittorie consecutive. La popolarità cresce, così come anche il suo valore.
Nel 2000 Varenne diventa al 50% di proprietà del Sindacato nazionale delle agenzie ippiche (Snai), con una valutazione di 7 miliardi di lire. Un vero affare, se si considera che nei soli primi tre anni di attività aveva già vinto quasi 3,5 miliardi di lire. E il meglio doveva ancora arrivare. Nei due anni successivi si consacra la leggenda di Varenne: prima diventa campione del mondo in Svezia, poi stabilisce a New York il record che lo eleva a trottatore più veloce di tutti i tempi. Prestazioni che spingono tre diverse federazioni (Italia, Francia, Stati Uniti) a conferirgli il titolo di Cavallo dell’Anno, ancora oggi un caso unico nella storia dell’ippica mondiale.
Conclude l’attività agonistica nel 2002 correndo in Canada l’ultima tappa del World Tour: per paradosso non la vince ma in virtù delle prestazioni precedenti conquista ugualmente il trofeo.
Appese le redini al chiodo, Varenne per quasi venti anni ha “arrotondato” facendo lo stallone: 15mila euro a monta, oltre 2mila figli sparsi per il mondo. Nessuno di essi è ancora riuscito (e probabilmente mai riuscirà) a emularne le gesta. Raggiunta la veneranda età di ventisette anni, Varenne oggi si gode la meritata pensione in un centro equestre in provincia di Pavia.
di Stefano Caliciuri
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