Conclave 2025, i cinque papabili secondo ChatGPT
Il prossimo 7 maggio si apre il Conclave. ChatGPT, pur non basandosi su fonti giornalistiche, sembra allinearsi ai sentori dei vaticanisti più esperti se interpellata circa i cardinali più “papabili”

Siamo ancora nei Novendiali, i nove giorni di preghiera e lutto che seguono i funerali del Papa e conducono la Chiesa al Conclave. Un tempo sospeso che verrà colmato dai rintocchi delle campane vaticane che seguiranno la fumata bianca. Lunedì 28 aprile, infatti, la quinta Congregazione generale dei cardinali, in conformità con le norme della costituzione apostolica Universi Dominici Gregis, che prevedono l’inizio del Conclave tra il 15esimo e il 20esimo giorno dalla morte del Pontefice, ha indetto l’inizio del Conclave per il 7 maggio alle ore 16:30.
I cardinali elettori presenti saranno 133, tutti con meno di 80 anni e provenienti da 71 Paesi. 108 tra questi, circa l’80%, sono stati nominati da Papa Francesco. Grazie a lui, per la prima volta parteciperanno molti più rappresentati delle “periferie del mondo”, pronti a dare voce agli ultimi. Alcuni di loro sono già considerati papabili. Il quorum per l’elezione del nuovo Papa è quindi fissato a 89 voti – due terzi del totale.
Un’eredità importante da raccogliere quella del Papa “scomodo”, degli ultimi, della gente. Un pontificato segnato da un profondo spirito francescano, ispirato dal figlio di un ricco mercante che nel 1205 rinunciò a ogni bene materiale per seguire Cristo nella semplicità più assoluta, predicando la fratellanza, la pace e la cura per i più deboli. Bergoglio fino all’ultimo respiro ha messo al centro la povertà, il dialogo interreligioso, l’inclusione e la misericordia. Ha vissuto come un pellegrino tra la gente costruendo ponti e non barriere.
Già da cardinale ha rinunciato a un lauto stipendio avvalendosi invece di una modesta pensione, rifiutando anche di risiedere nello sfarzoso appartamento arcivescovile in cambio di un piccolo alloggio con l’essenziale. Si spostava in città con i mezzi pubblici o a piedi, senza autisti né auto di lusso. Anche da Papa è rimasto saldo ai suoi ideali. Nel 2013, quando la Chiesa era andata a prenderlo alla “fine del mondo”, decise di stabilirsi a Santa Marta. Riteneva il Palazzo Apostolico troppo “distante” dal quotidiano e dalle persone. Girava per Roma con una Ford Focus, faceva telefonate ai fedeli, andava in visita ai carcerati e in ogni sua abitudine riecheggiava il messaggio di una Chiesa dove “gli ultimi diventano i primi”.
Mentre il mondo intero rende omaggio al Papa dei Popoli, l’attesa per il suo successore si carica di quesiti e speranze. Media e osservatori si interrogano sulle reali intenzioni del Vaticano. Seguire le orme di Papa Bergoglio oppure riformare? Sono molti gli interessi in gioco e l’esito di questo Conclave si preannuncia imprevedibile. Si tratta di uno spartiacque cruciale destinato a lasciare un solco indelebile nella storia della Chiesa. Nonostante la longa manus dell’ex pontefice sul collegio cardinalizio, infatti, le posizioni teologiche sono scisse e in parte c’è chi auspica il ritorno a una maggiore ortodossia dottrinale.
Chi sono dunque i più papabili? Sul tema è stata interpellata anche ChatGPT che, pur non basandosi su fonti giornalistiche, sembra allinearsi ai sentori dei vaticanisti più esperti. Buone notizie per chi – dopo 47 anni – spera nel ritorno di un papa italiano: al primo posto spunta il nome di Pietro Parolin. Navigato diplomatico dal pensiero moderato, ha 70 anni ed è Segretario di Stato vaticano dal 2013, la più alta carica diplomatica della Santa Sede. Negli anni ha costruito un importante dialogo con la Cina.
Segue Matteo Zuppi, 69 anni, arcivescovo di Bologna e presidente Cei, noto per il dialogo interreligioso e la mediazione di pace. Per i suoi fedeli è “Don Matteo” e rappresenta a pieno titolo l’ala progressista della Chiesa.
Ultimo sul podio dei papabili Luis Antonio Tagle, Prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione e vicinissimo a Bergoglio, soprattutto per il suo operato nelle baraccopoli di Manila che gli è valso il soprannome di “Francesco d’Asia”.
Segue Péter Erdő, Arcivescovo di Esztergom-Budapest, quale principale rappresentante dell’ala conservatrice. La sua elezione segnerebbe un punto di rottura e un’inversione di rotta rispetto alle riforme di Papa Francesco.
Al quinto e ultimo posto Fridolin Ambongo Besungu, Arcivescovo di Kinshasa, che unisce una profonda attenzione alla giustizia sociale a posizioni dottrinali marcatamente tradizionali. Sarebbe il primo Papa africano della storia.
Di Angelo Annese
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